La bevanda dell’estate a New York è lo Spritz Aperol

Lo scrive il New York Times, i dati lo confermano, ed è merito di una strategia di marketing che ha funzionato

New York, giugno 2016
(Cindy Ord/Getty Images for Saveur)
New York, giugno 2016 (Cindy Ord/Getty Images for Saveur)

Dagli anni Settanta e soprattutto nel Triveneto, lo Spritz Aperol è l’aperitivo più popolare, immancabile sui tavolini dei bar nelle ultime ore di luce. Recentemente, grazie a una mirata strategia di marketing, lo Spritz Aperol è sempre più richiesto anche all’estero: negli Stati Uniti è diventato, scrive il New York Times, la bevanda dell’estate, scalzando il rosé di moda nel 2017. È il risultato di un’operazione portata avanti da Campari, la società che produce anche l’omonimo liquore amaro, che nel 2003 ha acquisito Aperol e puntato sullo Spritz Aperol per espandersi in nuovi mercati: prima in Austria, Germania e Svizzera, poi nel resto d’Europa e infine in Canada e negli Stati Uniti. «Abbiamo notato un interesse crescente per l’Aperol soprattutto nelle località e negli eventi estivi e di villeggiatura. Abbiamo investito su quello», ha riassunto Melanie Batchelor, vicepresidente del marketing di Campari America.

New York, ottobre 2016 (Gustavo Caballero/Getty Images for NYCWFF)

Ci sono diversi modi di preparare lo Spritz Aperol: quella che non cambia è la presenza dell’Aperol, una bevanda alcolica inventata nel 1919, dopo sette anni di studi e sperimentazioni, a Bassano del Grappa (Vicenza) dai fratelli Barbieri, Luigi e Silvio. Da allora la ricetta è rimasta segreta e immutata, e prevede l’infusione in alcol di più di trenta ingredienti, tra cui arance, radici, erbe, vaniglia e rabarbaro, che conferisce il sapore amaro, bitter. Ha una bassa gradazione alcolica, di 11 gradi, un colore arancione e un sapore leggero, ed è meno alcolico del Campari, l’alternativa più diffusa nella preparazione dello Spritz, che arriva invece a 20 gradi. Da subito i fratelli Barbieri seppero indovinare e sfruttare nelle pubblicità le caratteristiche tuttora alla base del successo dell’Aperol: puntarono sulla bellezza e la riconoscibilità del colore arancione a fare da sfondo ai poster che promuovevano la bevanda nei bar; e sulla leggerezza alcolica perfetta per i momenti conviviali e particolarmente adatta anche alle donne.

Fu negli anni Cinquanta che la tradizione veneziana dello Spritz si legò all’Aperol. Lo Spritz, vino bianco e seltz, sarebbe stato inventato nell’Ottocento dalle truppe austriache, che allungavano il vino locale con l’acqua (la parola deriverebbe da spritzen, spruzzare). Dagli anni Venti a Venezia si iniziò ad aggiungere una parte di bitter, soprattutto il locale Select prodotto dai fratelli Pilla: un terzo di bitter, un terzo di vino bianco, solitamente frizzante, e un terzo d’acqua frizzante. Dagli anni Settanta la variante con l’Aperol, grazie al gusto delicato e alla gradazione alcolica leggera, di soli 8 gradi, si diffuse nel Nord-Est e lentamente nel resto d’Italia, anche se in proporzioni minori. Quando nel 2003 la società venne acquisita da Campari, la promozione dello Spritz Aperol si intensificò, soprattutto dal 2008. La strategia prevedeva di individuare alcuni bar chiave nei quartieri più interessanti di una città e offrire corsi per insegnare ai barman a realizzare lo Spritz, presentato come una bevanda da dolce vita, perfetta per passare il tempo con gli amici.

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Dal 2004 al 2011 le vendite di Aperol sono cresciute a doppia cifra ogni anno, e nel 2009 hanno registrato un aumento del 40 per cento. Nel 2013 la giornalista Karen Krizanovich scriveva che lo Spritz era il drink dell’estate a Londra, ma che soltanto due anni prima nessuno, nemmeno i baristi del ricercato Soho House, club di hipster e creativi, sapeva cosa fosse. Nel 2016 Aperol divenne il prodotto più venduto della società; i mercati principali, oltre all’Italia, erano Germania, Austria, Francia, Svizzera, Belgio e Regno Unito, mentre negli Stati Uniti era quasi del tutto sconosciuto.

Nel 2011 la ricetta venne registrata tra quelle della International Bartenders Association, l’Associazione internazionale dei barman: 6 centilitri di prosecco, 4 centilitri di Aperol e quanto basta di soda o seltz, da versare su ghiaccio e guarnire con una fetta di arancia; inizialmente il bicchiere ideale era l’old fashion ma ora sulle bottiglie di Aperol si consiglia un calice dallo stelo lungo e sottile.

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L’espansione negli Stati Uniti è iniziata due anni fa a New York, con alcuni baracchini di Aperol, inconfondibilmente arancioni, aperti per i più popolari eventi dell’estate. L’anno scorso negli Hamptons, una zona residenziale e benestante di Long Island, giravano scooter car che offrivano Spritz gratis, e un autobus che faceva la spola con Manhattan era stato dipinto d’arancione con sopra scritto lo slogan “In Italia è super popolare, quindi è per forza buono”. In California gli Spritz venivano serviti negli stand delle località più alla moda, come Splash House a Palm Springs, e alle feste all’aperto a Los Angeles.

Come già negli anni Trenta in Italia, il colore arancione della bevanda ha contribuito al successo, invogliando le persone a fotografarla e condividere le immagini sui social network, soprattutto Instagram, facendolo conoscere: come i cibi millennial pink o rainbow – cioè rosa e color arcobaleno – anche lo Spritz ha beneficiato dell’essere fotogenico prima ancora che buono. Il sapore è comunque in linea con le due tendenze del momento negli Stati Uniti: cocktail più leggeri e liquori e drink amari e dal sapore erbaceo, come il Cynar, il Fernet-Branca e il Negroni, fatto di vermut rosso, Campari e gin. A tutto questo va aggiunto il fascino di essere l’aperitivo italiano per eccellenza, ed evocare immagini di buon gusto e bella vita.

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Campari ha saputo sfruttare queste caratteristiche e da gennaio la presenza online degli utenti ottenuta senza sponsorizzazioni è aumentato del 300 per cento, soprattutto grazie a chi tagga gli amici nei commenti sotto alle foto. Negli ultimi due anni il numero di followers su Instagram è cresciuto del 300 per cento – l’account ufficiale nel conta 38 mila – e continua a farlo rapidamente: l’account Aperol Usa ne aveva 14mila a fine giugno, in meno di un mese sono diventati 24mila. Una campagna di successo è stata per esempio la “Aperol Brunch Society“, che vendeva Spritz e aperitivo come un nuovo affascinante stile di vita e che metteva in palio brunch e Spritz gratis a chi avesse pubblicato i migliori video a tema Aperol su Instagram; la presenza su Facebook triplicò e le vendite di Aperol aumentarono del 45 per cento.

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Intanto nei locali di New York quest’estate lo Spritz Aperol è ovunque. Al Caffe Dante, nel Greenwich Village, è così richiesto che viene servito alla spina, come la birra: viene versato da un bariletto di circa 40 litri e guarnito con una fetta d’arancia e un’oliva. A Harlem, il ristorante francese Barawine ha servito più Spritz Aperol quest’anno che negli ultimi due anni insieme: nel 2017 consumava una o due bottiglie al mese, quest’anno sono sei, non così poche in un locale che richiama soprattutto appassionati di vini francesi. Trattandosi degli Stati Uniti, c’è ovviamente chi ha già provato a innovare la ricetta, come Estelle Bossy, capo-barman del locale La Sirena, con il suo Frozen Aperol: è preparato con Aperol, prosecco, succo di pompelmo, limone, acqua di fiori d’arancio e vodka, servito in un calice ghiacciato e decorato con un alchechengi. È diventato il drink più richiesto del locale e alla sfilata del gay pride ne ha venduti più di 600.

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