Cuba vuole darsi una nuova costituzione
Il quotidiano di governo ha anticipato che tra le altre cose riconoscerà la proprietà privata e introdurrà la figura del primo ministro
La prossima settimana l’Assemblea nazionale cubana, il parlamento di Cuba, dovrebbe approvare una riforma della Costituzione del 1976 che poi sarà sottoposta a referendum. Secondo alcune anticipazioni sulle riforme pubblicate sabato dal Granma, il quotidiano governativo, la nuova Costituzione tra le altre cose prevederà la figura di primo ministro e introdurrà la presunzione di innocenza nel sistema giudiziario. La più grossa novità sarà però il riconoscimento della proprietà privata, in aggiunta a quelle statali, cooperative, agricole e personali. Non ci sono ancora molti dettagli in merito, ma è possibile che con la riforma diventi più facile aprire un’impresa e, per gli stranieri, fare investimenti a Cuba.
Dalla rivoluzione comunista a Cuba ci sono stati tre presidenti: prima Fidel Castro, dal 1959 al 2008, poi suo fratello Raúl fino allo scorso aprile, e ora Miguel Díaz-Canel. Con la riforma costituzionale in discussione verrà creata anche la figura di primo ministro e sarà introdotto il limite di due mandati consecutivi da cinque anni per il presidente. Il Partito Comunista tuttavia continuerà a essere l’unica forza politica del paese e lo stato continuerà a essere la forza economica dominante.
L’esperto di politica cubana del Center for Democracy in the Americas Luis Carlos Battista ha detto all’agenzia di stampa Reuters che non bisogna aspettarsi che il governo cubano voglia dare un ruolo più importante alle aziende private, con la riforma sulla proprietà privata. Questa stessa settimana, ha sottolineato Battista, il governo cubano ha introdotto una serie di leggi per aumentare il controllo sui liberi professionisti e le multe nei loro confronti, a cui ha aggiunto la possibilità di confiscare proprietà.
La nuova Costituzione avrà 224 articoli, molti di più dei 137 di quella attualmente in vigore. Tra le altre anticipazioni fatte da Granma ce n’è anche una che riguarda i diritti civili: verrà introdotto il principio di non discriminazione sulla base dell’identità di genere, anche se non si sa se verranno riconosciute in qualche modo le unioni tra persone dello stesso sesso.