«I corsi online fatti dalle migliori menti al mondo»
Come funziona MasterClass, la società di corsi online tenuti da grandi personaggi – ma forse "corsi" è la parola sbagliata – le cui pubblicità hanno invaso i social network
di Gabriele Gargantini
MasterClass è una società californiana che esiste dal 2013 e offre corsi online a pagamento: ma è probabile che l’abbiate sentita nominare, perché le pubblicità dei loro corsi sono praticamente onnipresenti sui social network. I docenti sono 35 e tra loro ci sono Serena Williams che insegna tennis, Marc Jacobs che insegna design della moda, Garry Kasparov che insegna scacchi, James Patterson che insegna scrittura, Gordon Ramsay che insegna cucina e Martin Scorsese che insegna cinema. Non era mai esistito qualcosa di simile, che raccogliesse in un solo posto centinaia di ore di lezione tenute da persone che sono oggettivamente riconosciute tra le più capaci al mondo a fare quello che fanno.
I due fondatori
«I corsi online fatti dalle migliori menti del mondo»: così descrive l’azienda David Rogier, uno dei due co-fondatori e attuale CEO. Ha 35 anni, è cresciuto a Los Angeles ed è uno di quei californiani che «ha messo in piedi un motore di ricerca prima ancora di saper guidare una macchina». Dopo aver sviluppato e venduto il suo motore di ricerca, Rogier ha studiato a Stanford e ha lavorato per la grande catena di supermercati Tesco quando provò a espandersi dal Regno Unito agli Stati Uniti. Ha detto che la sua domenica ideale la passerebbe guardando vecchi episodi di The West Wing e quando parla di MasterClass dice cose come «l’istruzione è l’unica cosa che nessuno potrà mai toglierti».
L’altro fondatore è Aaron Rasmussen: ha 34 anni, la sua domenica ideale la passerebbe «ibernato o leggendo» e ora fa il direttore creativo di MasterClass. Dice di essere «per metà inventore e per metà scienziato pazzo». Ha fatto l’università a Boston, si è occupato di software e robotica, ha creato Blood, un «energy drink con lo stesso contenuto nutrizionale del vero sangue», e un po’ di altri strani prodotti. È uno di quelli che si è arricchito con tante idee, alcune migliori altre meno, ed è anche il creatore del videogioco BlindSide: un’audio-avventura sviluppata dopo che alle superiori restò temporaneamente cieco in seguito a un’esplosione durante una lezione di chimica. Dice che ora lavora per «creare il miglior sistema di istruzione online al mondo, con i migliori insegnanti del mondo».
Come Netflix, ma con le lezioni
Rasmussen e Rogier si incontrarono su suggerimento di un amico comune, ma non hanno mai spiegato nel dettaglio come e perché decisero di buttarsi sull’istruzione online, e fondare quella che Hollywood Reporter ha definito «una società che punta a portare la qualità di Netflix nel settore dell’apprendimento online, che vale più di 100 miliardi di dollari». I primi milioni di dollari di investimenti nella loro società arrivarono a inizio 2015. Alex Gruevich, uno dei finanziatori, ha raccontato che Rogier gli parlò del progetto e gli fece vedere una lista di nomi di possibili docenti. Gruevich ha detto che gli rispose che sì, era una bella idea, ma sarebbe stato difficile convincere davvero quelle persone. Rogier gli disse che quelle erano le persone che già aveva convinto, ancora prima di avere un sito o una società già operativa.
Rogier ha detto che l’unica persona con cui aveva un contatto più o meno privilegiato fu Dustin Hoffman, perché aveva studiato con sua figlia. Hoffman è stato in effetti uno dei primi docenti di MasterClass ma ora le sue lezioni sono state tolte dal sito, così come quelle di Kevin Spacey, per via delle accuse di molestie sessuali nei loro confronti. Il sito aprì nel maggio del 2015: con i corsi di Hoffman, dello scrittore James Patterson e della tennista Serena Williams. Rogier ha detto di aver capito, dopo due giorni dal lancio del sito, che sarebbe stato un «big business».
È difficile fare i conti
Seguire una lezione su MasterClass costa 100 euro, ma con 200 euro si può comprare un abbonamento annuale che permette di seguire tutte le lezioni. È però difficile fare i conti in tasca a MasterClass, che non è quotata in borsa e non ha nessun interesse a dire quanto guadagna e quanto spende: un portavoce di MasterClass ha detto al Post di non voler rivelare il numero dei suoi iscritti o informazioni e statistiche su di loro. Hollywood Reporter ha scritto che nei suoi primi quattro mesi, quando il servizio costava la metà di adesso, si sono iscritte 30mila persone. Vuol dire circa 300mila dollari incassati.
MasterClass funziona investendo in anticipo soldi per pagare i docenti, con la speranza che quei soldi abbiano un ritorno con un costante aumento degli iscritti. Ogni nuovo corso serve a non far andare via chi già c’è e magari ha seguito gli altri, ma soprattutto a far arrivare nuovi utenti. Rogier ha spiegato che tra gli iscritti ci sono «studenti e stimati professionisti, vincitori di premi Oscar e semplici appassionati». Non si sa nemmeno quanto MasterClass paghi i suoi docenti ma, sempre secondo Hollywood Reporter, si parla di circa 100 mila dollari subito e poi il 30 per cento dei guadagni generati dal loro corso.
Quelli di MasterClass dicono che una volta convinto un futuro docente, servono tra i quattro e gli otto mesi per pianificare un corso, e che una volta che tutto è deciso le registrazioni video delle lezioni richiedono in genere tre giorni. Poi l’intero corso viene caricato sul sito, insieme a vari materiali di accompagnamento e ai suggerimenti su possibili “compiti a casa”.
Poi i corsi vanno online
Chi si iscrive a MasterClass si trova davanti a una schermata che lo invita a scegliere il suo primo corso: c’è la possibilità di avere una prova gratuita di una settimana, ma bisogna ricordarsi di disiscriversi altrimenti si paga alla fine della settimana. La maggior parte dei corsi hanno a che fare con il cinema, la musica e la scrittura, e sono tenuti da (segue lungo elenco): Shonda Rhimes, Steve Martin, Aaron Sorkin, James Patterson, Helen Mirren, Werner Herzog, Judy Blume, David Mamet, Christina Aguilera, Samuel L. Jackson, Malcom Gladwell, Deadmau5, Armin Van Buuren, Bob Woodward, Herbie Hancock, R. L. Stine, Usher, Ron Howard, Hans Zimmer e Martin Scorsese. Ma ci sono anche un po’ di corsi di altro tipo: c’è l’astronauta Chris Hadfield che insegna esplorazione spaziale, Frank Gery che tiene un corso di design e architettura, e poi ci sono corsi della fotografa Annie Leibovitz, del giocatore di poker Daniel Negreanu e dell’etologa Jane Goodall.
Ogni corso è composto da un’introduzione di pochi minuti e da qualche decina di video-lezioni: ognuna ha un titolo e degli appositi materiali di accompagnamento, e quasi sempre ci sono esercizi, consigli di lettura e link per approfondire. Tutte le lezioni di MasterClass sono pre-registrate e in quasi tutte c’è il docente seduto su una sedia che parla davanti a una videocamera: a volte, a seconda del corso, ci sono immagini e video che aiutano la spiegazione di qualche concetto; raramente ci sono video in cui il docente interagisce con altri studenti. I video – tutti in inglese, con possibilità di sottotitoli solo in inglese – durano in media tra i 10 e i 25 minuti: i corsi più brevi si finiscono in un paio d’ore, quelli più lunghi ne richiedono 7-8. Finire un corso vuol dire guardare tutte le lezioni: non c’è un esame, non c’è un voto, i compiti a casa sono facoltativi e – serve dirlo? – finire il corso non comporta nessun tipo di diploma, riconoscimento o attestato da mettere nel curriculum.
Sotto ogni video-lezione c’è un apposito spazio per i commenti degli studenti: non sono molti e spesso il più recente è di almeno un mese fa. In molti casi la sezione dei commenti è quella in cui gli studenti-iscritti mettono il testo dei loro compiti. Gli iscritti a MasterClass possono interagire con il sito in altri due modi: entrando in The Hub, un forum non molto partecipato e un po’ incasinato in cui commentare le lezioni e inserire i compiti, confrontandosi con gli altri; e la sezione, all’interno di ogni corso, delle “Office Hours”. Sono le ore di ricevimento dei docenti, ma sono ancora meno attendibili di quelle del peggior professore universitario che possiate immaginare.
Non è che in “Office Hours” (le ore di ricevimento) ci sia scritto che “Gordon Ramsay riceve il mercoledì dalle 11 alle 13”. C’è però la possibilità di scrivere o registrare via webcam una domanda per Ramsay. Non è garantita la risposta. Nel caso di Ramsay ci sono quattro domande video e quattro sue risposte: ma non si sa quante altre siano state postate senza avere risposta. Inoltre spesso sono domande che dei fan farebbero al loro idolo, di certo non cose che chiedereste a un docente universitario. E ci sono molti altre sezioni “Office Hours” di altri docenti che non hanno nessuna domanda e nessuna risposta.
MasterClass non garantisce in nessun modo un feedback diretto da parte dei docenti: dice che in certi casi potrebbe esserci, ma niente di più. Nel sito è espressamente scritto: «Ricorda, i docenti ricevono molte domande e ne sceglieranno solo alcune, rappresentative di tutte. Se vuoi risposte più immediate, chiedi nel forum ai tuoi compagni di corso».
I corsi, nel dettaglio
Il corso di Ramsay ha 20 lezioni, di quattro tipi diversi: alcune parlano del “Viaggio di Gordon” (la sua storia personale), altre del “Metodo” (come pulire e predisporre gli attrezzi in cucina, come usare i coltelli e come aprire un pollo), altre ancora sono dedicate a specifici “Ingredienti” (pesce e carne), ce ne sono poi alcune dedicate alle “Ricette”, per esempio quella della sua personale versione del Filetto alla Wellington. Nei commenti a questa lezione, la 17ª, c’è chi scrive di aver preparato il piatto per il marito, chi chiede informazioni su quanto sale usare e chi scrive “mi veniva voglia di mangiare lo schermo guardando il video”. In altri casi c’è chi si è lamentato perché i ricci di mare e il tartufo bianco richiesti in un’altra ricetta, quella delle “Super uova strapazzate”, sono troppo costosi o difficili da trovare. Il PDF di accompagnamento alla lezione è lungo quattro pagine: ci sono gli ingredienti, i passaggi della preparazione e un compito a casa che suggerisce di provare a fare una ricetta con gli scarti ricavati durante la preparazione. Non c’è possibilità di dare un voto al corso, quindi è difficile dire quanto sia in media piaciuto agli studenti.
Le lezioni di cinema di Martin Scorsese sono fatte perlopiù da lunghi racconti personali alternati ad analisi di alcune scene, per esempio di Barry Lindon, 8 1/2 e Jules e Jim. Il PDF che accompagna il corso è lungo 78 pagine: ci sono film e libri consigliati da Scorsese e nella decima lezione, quella su come fare i casting degli attori, l’esercizio proposto prevede di «fare una lista delle qualità che devono avere i personaggi del proprio cortometraggio» e di pensare ai «monologhi da far fare agli attori durante i provini». Tra i consigli c’è scritto: «Se il tuo cortometraggio è di genere drammatico e triste, pensa a un monologo preso da una tragedia».
Werner Herzog consiglia invece, per trovare idee per un film, di uscire da casa e camminare 100 miglia per vedere cosa si vede nel frattempo. Christina Aguilera spiega come tiene il microfono quando canta le prime parole di “Ain’t no other man”. Chris Hadfield parla per quattro lezioni e quasi un’ora totale di Marte, di come ci si può andare e di come ci si potrebbe sopravvivere. Aaron Sorkin si scusa fin dall’inizio per come parlando gli capiterà di divagare e parlare d’altro, e subito dopo divaga parlando d’altro (nello specifico: una lunga metafora sul baseball). Poi racconta che era sempre a disagio quando scriveva The Newsroom e che, se ci fate caso, nessuno ha mai fatto un film su Harry Houdini perché, seppur facesse cose sorprendenti, la sua biografia non ha grandi conflitti.
Le lezioni sportive – tennis con Serena Williams e palleggio e tiro con il giocatore di basket Stephen Curry – sono quelle più da fan e meno da studente, per il semplice fatto che è difficile giocare a tennis o tirare a canestro stando davanti a uno schermo. Alcuni corsi sono molto più tecnici di altri: un principiante degli scacchi – uno che sa come si muovono alfiere e cavallo e poco più – può faticare a capire ciò di cui parla Kasparov dopo un paio di lezioni.
MasterClass ha sviluppato anche un paio di tecniche per migliorare le sue lezioni: quelle di canto con Aguilera permettono di usare il microfono del proprio computer per capire un po’ di cose sul suono della propria voce; quelle di scrittura con Patterson hanno uno strumento per correggere cinque pagine di bozze e confrontare poi le proprie correzioni con quelle di Patterson. Rasmussen ha detto che in futuro la società svilupperà molti più strumenti interattivi di questo tipo. Rogier ha detto che vede nella realtà virtuale la più interessante prospettiva di evoluzione di MasterClass, nei prossimi anni.
Come aprire un pollo e come velocizzare l’evoluzione della specie umana
MasterClass è per ora una società con 100 dipendenti (e almeno una decina di posizioni aperte) che paga una trentina di famosi docenti per offrire, a 200 euro l’anno, diverse decine di ore di corsi. Nel marzo 2017 ha ricevuto fondi per oltre 30 milioni di euro (cosa che aiuta a spiegare perché da allora sono arrivate tutte quelle pubblicità su Instagram e Facebook) e da aprile 2018 c’è un’app per dispositivi Apple, il cui motto è “Accedi al genio ovunque tu sia”. Non sembra essere stata un gran successo, perché è al 65º posto tra le app più scaricate nella categoria Educazione. Anche su Facebook, nonostante i due milioni di Mi piace, la pagina ha poche interazioni: vuol dire che molti hanno messo Mi piace ma non molti guardano, commentano o condividono i contenuti della pagina.
I pochi e parziali parametri disponibili – Facebook, Apple Store, i commenti sul sito – dicono che MasterClass non sembra aver sfondato. Ma sono appunto parziali e magari è pieno di gente che paga le lezioni online, le guarda dal proprio computer, non commenta in The Hub e non interagisce con i profili social di MasterClass.
Rogier si dice comunque molto ottimista e di MasterClass ha detto, qualche mese fa, che «ha eliminato la barriera tra istruzione e istruzione online», che è «un tentativo di rendere democratico il genio» e che «può, nel suo piccolo, potenzialmente velocizzare l’evoluzione della specie umana». Ha detto che ha due sogni: convincere Elon Musk a tenere un corso per MasterClass e vedere «il giorno cui un ex studente di MasterClass diventerà un docente di MasterClass». Ha anche detto, parlando a The Verge, di quanto avrebbe voluto un corso di chitarra tenuto da Prince, e di vedere quindi MasterClass come un modo di preservare le conoscenze di certi esperti anche dopo la loro morte, per far sì che oltre ai loro dischi, libri o film sopravvivano anche le loro competenze.
Come sa chi guarda la serie tv Silicon Valley, da quelle parti c’è l’abitudine a descrivere qualsiasi nuova azienda come “rivoluzionaria”, e costruita con l’unico obiettivo di “rendere il mondo un posto migliore”.
Molti altri CEO di molte altre aziende dicono di avere grandi piani futuri che vanno oltre il fare più soldi possibile. In questo, MasterClass non è diversa. Il suo problema potrebbe essere non riuscire a rientrare con gli abbonamenti in tutti i soldi che spende per pagare i docenti. Un altro potrebbe essere dovuto al fatto che il pubblico possa farsi un’idea esagerata dei corsi di MasterClass. Spesso sono solo dei lunghi monologhi in cui persone molto brave a fare quello che fanno parlano del loro lavoro e della loro vita; i materiali di accompagnamento raramente aggiungono cose rilevanti rispetto a quanto detto in video.
Tranne qualche raro caso, su MasterClass non si imparano competenze ma si ascoltano consigli: alcuni preziosi e interessanti, forse per cultura generale più che per imparare davvero a scrivere, cantare, recitare o fotografare; altri un po’ generici e banali. Come quando la stilista e imprenditrice belga Diane von Furstenberg dice che «la relazione più importante che avrete sarà quella con voi stessi», o come quando l’attrice Helen Mirren dice «per essere l’attore che sei, devi essere la persona che sei» e che «non c’è nessuno come te su questo pianeta». Lo scrittore Malcolm Gladwell suggerisce invece, verso la fine del suo corso, «di sposare le cose che rendono unici il tuo stile e la tua identità».
Parlando del corso di Gordon Ramsay, The Verge ha scritto: «Se vi serve imparare come aprire un pollo, andate su YouTube. Magari MasterClass vi aiuterà a trovare l’ispirazione, ma non competenze tangibili». Tra l’altro, in uno dei video di YouTube su come aprire un pollo, ad aprire il pollo è proprio Ramsay.
MasterClass non è certo una truffa: ma in molti casi, specie quando si parla di arte e non di tecnica, i corsi assomigliano più a un lungo monologo di un personaggio famoso che a una lezione. Quasi ogni lezione è da considerarsi un’alternativa a un documentario su Netflix o a un TedTalk visto su YouTube; offre un po’ più cose, ma costa anche molto di più. Pagare 100 euro per una sola lezione vuol dire pagare tra i 15 e i 25 euro l’ora un video registrato. Pagarne 200 per vedere tutti i corsi del sito è già più ragionevole in termini di euro per ora, ma sono comunque 200 euro. C’è anche da tenere presente che non sempre chi sa fare, sa anche insegnare: altrimenti Diego Maradona sarebbe stato il miglior allenatore del mondo (no, al momento non c’è un suo corso su MasterClass).
Nel caso vi siate incuriositi, oltre al periodo di prova di sette giorni, c’è possibilità – scrivendo una mail e motivando la cosa – di ottenere un rimborso entro 30 giorni dall’iscrizione.