Lo sciopero di Trenord di venerdì 6 luglio
Si protesta contro il cattivo stato dei treni, tra le altre cose: durerà otto ore, non sono previste fasce orarie di garanzia
È in programma per venerdì 6 luglio uno sciopero di Trenord, l’azienda che gestisce il trasporto ferroviario regionale della Lombardia. Lo sciopero di Trenord, indetto dalle sigle sindacali Or.SA Ferrovie e CUB Trasporti, avrà una durata complessiva di 8 ore, e pertanto non sono previste fasce orarie di garanzia (che per scioperi più lunghi vanno dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21).
Gli orari dello sciopero e le altre informazioni utili
Potrebbero comunque esserci ritardi, variazioni o cancellazioni nella programmazione dei treni, che sono molto frequentati dai pendolari in arrivo e in partenza da Milano. Lo sciopero interesserà il trasporto di Trenord a livello regionale, suburbano, di lunga percorrenza e aeroportuale tra le 9 e le 17. Trenord ha specificato che i treni «in partenza prima delle 9 e con arrivo a destinazione finale entro le 10» non subiranno modifiche nella circolazione. I collegamenti aeroportuali Milano Cadorna – Malpensa Aeroporto e Malpensa Aeroporto – Bellinzona potranno essere sostituiti da autobus in caso di cancellazione dei treni.
Trenord ha spiegato che potrebbero esserci ripercussioni sulla circolazione anche dopo la conclusione dello sciopero. Qui potete controllare in tempo reale lo stato dei treni della compagnia.
Le ragioni dello sciopero
Or.SA Ferrovie ha spiegato che lo sciopero è stato indetto con l’intenzione di sbloccare Trenord dalla «paralisi». Secondo il sindacato il problema è la divisione dell’azienda in due metà, possedute da comproprietari paritari e contrapposti: Trenitalia e Ferrovie Nord Milano (a sua volta partecipata come socio di maggioranza dalla Regione Lombardia).
I sindacati contestano i mancati investimenti di Trenord per il rinnovamento del parco treni (composto da «materiale inadeguato, obsoleto, privo di qualsiasi comfort per i viaggiatori e per i lavoratori» e costoso da manutenere) e per la mancanza di un piano di assunzioni. Si protesta anche contro le «differenze salariali», la presunta mancanza di volontà di Trenord di appianarle con un rinnovo del contratto di lavoro, e un clima aziendale percepito come in netto peggioramento.