A che età si va in pensione nel mondo
Molto tardi in Giappone, Messico e Islanda, abbastanza presto in Francia, Belgio e Italia (nonostante i luoghi comuni)
Qualche tempo fa l’OCSE, una delle più famose organizzazioni internazionali di studi economici, ha aggiornato le sue statistiche sull’età in cui si va in pensione nei paesi che ne sono membri. I dati si riferiscono al 2016 e sono molto interessanti per un confronto immediato, anche perché contengono un’informazione molto particolare: la differenza tra l’età minima a cui è consentito andare in pensione e quella effettiva, che spesso sono molto diverse. L’Italia, per esempio, è uno dei paesi in cui l’età effettiva a cui si va in pensione è più bassa dell’età nominale consentita, contrariamente al luogo comune secondo cui gli italiani vanno in pensione più tardi rispetto al resto del mondo.
Sulla carta l’età pensionabile si aggira mediamente intorno ai 64 anni. In alcuni paesi come Giappone, Messico, Corea del Sud, Islanda e Cile, molte persone vanno avanti a lavorare ancora per diversi anni, alzando l’età effettiva in cui vanno in pensione, che per i maschi supera i 70 anni (in Islanda sono 69,7). Solo in Corea del Sud invece le donne lavorano dopo i 70 anni, anche se mediamente lavorano più o meno come gli uomini: la media nei paesi OCSE è di 63,4 anni, contro i 64,3 degli uomini.
Gli uomini, in particolare, lavorano in media fino a 60 anni in Francia, a 62 in Italia, Spagna, Grecia e Polonia, mentre più sopra troviamo Australia (65), Svizzera (66) e Israele (69). In Corea del Sud, mediamente, un uomo lavora fino a 72 anni.
Per quanto riguarda le donne i valori sono simili, anche se leggermente più bassi. Oltre alla Corea del Sud, le donne lavorano fino ai 67-68 anni in Giappone, Messico, Israele e Turchia. In Italia, le donne smettono di lavorare in media a 61 anni (nonostante sulla carta l’età consentita sia 65 anni).
Rispetto ad altri paesi, in Italia esistono almeno sette “scappatoie” che permettono di andare in pensione prima della soglia pattuita. La principale è la pensione anticipata: chiunque può andare in pensione indipendentemente dall’età se ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi, se è maschio, o 41 anni e 10 mesi, se è femmina. Significa che, in teoria, chi ha cominciato a lavorare subito dopo la fine della scuola dell’obbligo, cioè a 16 anni, può andare in pensione a poco più di 58 anni.
Oggi ci sembra una situazione rarissima, ma bisogna considerare che chi va in pensione oggi è entrato nel mondo del lavoro parecchi decenni fa, quando la situazione economica e scolastica del nostro paese era molto differente. Circa il 50 per cento delle persone che sono andate in pensione negli ultimi anni avevano solo la licenza media: significa che non hanno terminato le scuole superiori e che quindi hanno probabilmente iniziato a lavorare molto presto, proprio intorno ai 15-16 anni. L’Italia non è il solo paese in cui la soglia per la pensione è solo nominale: in Slovacchia, ad esempio, gli uomini dovrebbero andare in pensione a 66 anni ma ci vanno in media a 60. In Polonia, la soglia per le donne è 67 anni, ma in media si va in pensione a 60.
Esistono anche paesi in cui le donne lavorano mediamente più a lungo degli uomini, come Spagna, Francia ed Estonia (anche se la differenza non è così marcata).