Chi decide cosa indossa la first lady?
Se ne parla per via della controversa giacca indossata da Melania Trump: è molto probabile che abbia deciso tutto da sola e che dunque nessuno verrà licenziato
Lo scorso 21 giugno la moglie del presidente degli Stati Uniti Melania Trump ha visitato in Texas un centro di detenzione per bambini migranti separati dalle loro famiglie, una questione da giorni al centro di critiche e reazioni preoccupate non solo negli Stati Uniti. Prima di salire sull’Air Force One a Washington, la first lady è stata fotografata con un parka con una scritta molto grande sulla schiena: «I really don’t care, do u?», cioè «A me non importa veramente, a te?». Della giacca e del suo significato si è parlato moltissimo. A chi era rivolto il messaggio? E come è potuta succedere una cosa simile? Durante il suo spettacolo televisivo serale, ha scritto il Washington Post, il comico Stephen Colbert si è anche chiesto quante persone sarebbero state licenziate per quella giacca in una Casa Bianca «normale», e anche come sia stato possibile che le persone vicine alla first lady le abbiano permesso di indossarla.
La giacca che portava Melania Trump era di Zara, costava 39 dollari e faceva parte di una collezione del 2016 (ora non è più in vendita). La portavoce della first lady, Stephanie Grisham, ha fatto sapere che era solo una giacca, e che «non c’era nessun messaggio nascosto». Il presidente Trump, invece, ha scritto su Twitter che il messaggio era diretto ai media, ma la spiegazione non ha molto convinto e c’è chi pensa invece che il messaggio fosse provocatorio e rivolto proprio a lui. Tutti hanno in generale escluso (al di là del contenuto e del destinatario) che quella giacca usata proprio per quell’occasione fosse una scelta casuale. Ma chi è che decide che cosa indossa una first lady?
Lo staff di Melania Trump comprende solo dieci assistenti (Michelle Obama e Laura Bush ne avevano circa venticinque) e non comprende un assistente personale. In un’intervista del mese scorso, la responsabile dello staff di Melania Trump, Lindsay Reynolds, ha detto che l’attuale first lady aveva deciso di non aver bisogno di una figura di quel tipo perché è molto «efficiente» e «fa tutto da sola». Quando Reynolds ha cominciato a fare la selezione per il ruolo di assistente personale e ha informato la first lady, lei le ha risposto che non ne aveva bisogno. Finora Melania Trump ha preso da sola delle decisioni che le precedenti first lady avevano delegato ad altri. Per la sua prima cena di stato, per esempio, non si è affidata a un esperto, come di solito avviene, ma ha deciso tutto da sola, compresi i fiori e le tovaglie. Questa autonomia vale spesso anche per i vestiti che sceglie di indossare: si affida ai propri gusti e molto poco agli stilisti o ai personal shopper. Lo scorso dicembre, al critico di moda del Washington Post Robin Givhan, la portavoce di Melania Trump aveva detto che la first lady «sceglie ciò che le piace e ciò che è appropriato per l’occasione», senza preoccuparsi troppo dei critici.
Chiarite tutte queste premesse, la domanda sulla giacca è: qualcuno o qualcuna poteva davvero consigliare a Melania Trump di indossare o di non indossare una giacca con una scritta potenzialmente offensiva o inopportuna?
Anita McBride, che ha lavorato come capo dello staff di Laura Bush, ha raccontato che i rapporti tra gli assistenti politici e i loro assistiti è tutta una questione di equilibri molto delicati. Consigliare un alto funzionario governativo a volte implica il fatto di dover dire cose che lui o lei non vogliono sentire: si offre il proprio miglior consiglio, ma alla fine ciascuno e ciascuna prenderà la propria decisione in autonomia.
La scelta degli abiti che le first lady indossano nelle occasioni pubbliche è ovviamente molto pensata e studiata. Per i viaggi, e in particolare per quelli all’estero, il personale della first lady prepara un “memo del guardaroba” come parte del programma, ha spiegato McBride. Il memo contiene gli eventi a cui la first lady parteciperà, insieme agli elementi che potrebbero avere un ruolo nella scelta degli abiti e che vanno dal meteo al tipo di terreno sul quale si dovrà camminare fino alle questioni di protocollo (alcuni colori, per esempio, hanno un certo significato per alcune culture o in certi ambienti).
Nonostante l’incarico non venga retribuito e il loro lavoro non sia ufficiale, le mogli dei presidenti statunitensi hanno sempre sfruttato la loro posizione per promuovere delle cause, i loro mariti e a volte anche loro stesse. Nelle occasioni ufficiali hanno spesso solo la funzione di accompagnatrici del presidente, ma il loro comportamento e il modo in cui sono vestite assumono un significato ben preciso. A volte le scelte di una first lady possono compromettere il suo messaggio, come quando Michelle Obama indossò un paio di Lanvin da 540 dollari in occasione di un evento organizzato da un ente che lavora contro la povertà.
Ma il messaggio di Melania era molto più esplicito di una scelta poco accorta. McBride ha ipotizzato che Melania Trump abbia voluto davvero indossare quella giacca e che forse il suo staff può averle detto qualcosa. Ma ha comunque escluso che per un viaggio in un centro di detenzione per minori in un momento in cui quella questione era al centro del dibattito non ci fosse la consapevolezza da parte di tutti che qualsiasi dettaglio sarebbe stato importante e interpretabile, anche il più piccolo.
Va anche ricordato che la politica della “tolleranza zero” sull’immigrazione adottata a partire da aprile dall’amministrazione Trump era stata in qualche modo criticata da Melania Trump, la quale aveva detto di “detestare” le scene delle separazioni documentate dai media, e di sperare che Repubblicani e Democratici potessero cambiare l’attuale legge sull’immigrazione (in realtà non c’è nessuna legge che prevede la separazione delle famiglie, determinata soltanto dal cambio di approccio voluto dall’amministrazione Trump). Un ex aiutante della Casa Bianca che ha lavorato per le amministrazioni Obama e Clinton e che è stato intervistato dal Washington Post ha infine fatto notare che i fotografi hanno avuto il permesso di arrivare sulla pista di partenza, una cosa piuttosto inusuale: quindi la decisione di permettere che Melania Trump venisse fotografata con quella scritta ben visibile sulla schiena mentre saliva la scaletta sembrava intenzionale e presa proprio per amplificare il messaggio scritto sulla giacca.