L’85% delle armi del mondo non appartiene a polizia o esercito
Ma a civili, servizi di sicurezza privata, gang criminali e gruppi armati irregolari: un po' di dati sulla situazione nel mondo, anche in Italia
L’85 per cento delle armi da fuoco nel mondo appartiene a civili, a persone impiegate in servizi di sicurezza privati, a membri di gang criminali e a gruppi armati non regolari, secondo una ricerca condotta dallo Small Arms Survey, un centro che si occupa di studi sulle armi con sede in Svizzera. La ricerca è stata condotta in 230 paesi del mondo, nei quali è stato stimato che ci siano oltre un miliardo di armi come pistole, fucili, carabine e mitragliatori, quelli tenuti in considerazione nello studio.
Negli ultimi anni, secondo lo Small Arms Survey, le armi di questo tipo in circolazione nel mondo sono aumentate del 17 per cento. Dal 2007 a oggi, invece, la percentuale di quelle in mano ai privati è aumentata del 32 per cento. Del 15 per cento che attualmente non appartiene a privati, il 2 per cento appartiene alle forze di polizia e il 12 per cento agli eserciti.
In Italia, secondo lo studio, i civili possiedono 8,6 milioni di armi da fuoco: 2 milioni registrate e 6,6 milioni non registrate. In totale sono poco più della metà di quelle della Germania, circa 4 milioni in meno rispetto alla Francia, ma più di quelle presenti in posti come Iraq, Nigeria e Venezuela. Sempre in Italia, secondo lo studio, ci sono 14,4 armi in mano ai civili ogni 100 abitanti: in Francia sono 19,6, in Spagna 7,5, in Inghilterra e Galles soltanto 4,6.
Qualche mese fa AGI aveva provato a ottenere i dati sul numero di armi e di licenze di porto d’armi in Italia dal ministero dall’Interno e dalla polizia, senza riuscirci. Secondo quanto aveva scritto la rivista specializzata Armi e tiro, però, nel 2016 erano state concesse o rinnovate in tutto 1,1 milioni di licenze di porto d’armi per difesa personale, caccia, tiro sportivo e per guardie giurate. Negli ultimi 15 anni sono aumentate di oltre tre volte (da 127mila nel 2002 a oltre 450mila nel 2016) le licenze per il tiro sportivo, ma sono diminuite drasticamente quelle per la caccia (da quasi 900mila a meno di 600mila) e per la difesa personale con arma corta (da 45mila a 18mila). Nel 1980, secondo Armi e tiro, le licenze di porto d’armi per la caccia erano 1,7 milioni.
In Italia la legge permette di possedere un numero illimitato di fucili da caccia, se si ha il porto d’armi, e quindi è difficile risalire al numero delle armi basandosi su questi dati. L’Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili (ANPAM) aveva detto ad AGI che il giro di affari della vendita di armi in Italia e delle associazioni sportive legate alle armi da fuoco vale circa 100 milioni di euro all’anno, ma non ha fornito dati esatti sul numero di armi vendute.
Dopo gli Stati Uniti, nella classifica con più armi possedute dai civili in relazione al numero di abitanti, ci sono invece lo Yemen, con 52,8 armi ogni 100 abitanti, il Montenegro e la Serbia con 39,1, il Canada e l’Uruguay con 34,7. Cipro, Finlandia, Libano, Islanda, Bosnia ed Erzegovina e Austria sono le nazioni immediatamente dopo nella classifica, tutte con oltre 30 armi da fuoco ogni 100 abitanti. In termini assoluti, invece, dopo gli Stati Uniti il paese con più armi da fuoco è l’India, con 71 milioni, seguita dalla Cina con 50 milioni. La polizia e l’esercito russi sono quelli con più armi nel mondo, rispettivamente con 2,4 e 30,3 milioni.
Lo studio ha anche scoperto che gli abitanti degli Stati Uniti, che sono circa il 4 per cento della popolazione mondiale, possiedono il 40 per cento delle armi del mondo: 393 milioni, cioè 121 ogni 100 abitanti. Secondo un sondaggio del Pew Research Center un terzo degli americani sopra i 50 anni dice di possedere un’arma, e il 28 per cento dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Nel 2016 il 64 per cento degli omicidi ha coinvolto l’uso di armi da fuoco; dal 1982 ci sono state 90 sparatorie con tre o più persone uccise; il 43 per cento dei cacciatori e di chi spara al poligono come hobby negli Stati Uniti ha detto di possedere almeno un fucile d’assalto del tipo AR-15: quello usato nella strage di Las Vegas o in quella del Pulse di Orlando, per capirci.
Come ha fatto notare al Guardian Martin Drew, un esperto del settore delle armi, è comunque molto difficile raccogliere dati sul numero delle armi da fuoco: l’altissimo numero di armi rilevate negli Stati Uniti, quindi, è probabilmente in parte dovuto a una maggiore cura nella loro registrazione, che invece è molto approssimativa in altri paesi del mondo.