Maturità 2018: la traduzione della versione di greco di Aristotele
È un testo piuttosto complesso tratto dall'"Etica nicomachea": parla dei pregi dell'amicizia
Stamattina si è tenuta la seconda prova scritta della maturità, che è diversa da indirizzo a indirizzo e riguarda le materie che più caratterizzano il tipo di scuola che gli studenti hanno frequentato nel loro corso di studi. Gli studenti del liceo Classico hanno tradotto dal greco un brano del filosofo Artistotele tratto dall’Etica nicomachea, un insieme di appunti che riguarda varie questioni morali; in particolare, il paragrafo da tradurre è stato preso dal frammento 1155a, e contiene alcune valutazioni sull’amicizia.
Si può dire che il testo assegnato oggi sia più difficile di quelli che solitamente vengono scelti per la maturità. Un po’ per la complessità della sintassi di Aristotele, che al contrario di molti altri autori greci prevede molte contrazioni e parole sottintese, un po’ perché al liceo Classico raramente si traduce Aristotele dal greco: di solito viene studiato durante le ore di filosofia, tradotto in italiano.
La traduzione del Post
Dopo tutte queste cose bisognerà trattare anche l’amicizia: infatti, è una virtù ma anche qualcosa che si accompagna alla virtù, ed è davvero indispensabile alla vita. Nessuno vorrebbe vivere senza amici, anche se possedesse tutti gli altri beni. Sembra infatti che siano proprio i ricchi, e chi detiene il potere o una carica, ad aver bisogno maggiormente di amici: quale sarebbe il vantaggio di una tale prosperità se fosse tolta la possibilità di fare del bene, che è lodevole soprattutto (quando si esercita) nei confronti degli amici? Come potrebbe essere conservata e salvaguardata senza amici?
Più è grande, e più è precaria. Si pensa che nell’indigenza e nelle disgrazie l’unico rifugio siano proprio gli amici. Aiuta infatti i giovani a non commettere errori, gli anziani a (trovare) assistenza e (a compiere) ciò che non riescono più a fare a causa della debolezza, e infine a coloro che sono nel fiore degli anni a fare le cose migliori: «i due che camminano insieme» riescono a pensare meglio e ad agire meglio. E sembra che (questo atteggiamento) esista per natura dal genitore nei confronti della prole, e dalla prole nei confronti del genitore, non solo negli uomini ma anche negli uccelli e nella maggior parte degli animali, e negli esseri che appartengono alla stessa specie, ma soprattutto negli uomini, ed è per questo che lodiamo gli uomini che amano gli altri uomini.
Si può osservare che anche nei viaggi l’uomo dimostra affetto e amicizia per un altro uomo. Inoltre, sembra che sia l’amicizia a tenere insieme le città, e che i legislatori badino più a lei che alla giustizia. Pare che la concordia sia qualcosa di simile all’amicizia: ed è proprio questa che prendono di mira, cercano soprattutto di scacciare la discordia, che è una specie di inimicizia.
Il testo originale
Μετὰ δὲ ταῦτα περὶ φιλίας ἕποιτ’ ἂν διελθεῖν· ἔστι γὰρ ἀρετή τις ἢ μετ’ ἀρετῆς, ἔτι
δ’ ἀναγκαιότατον εἰς τὸν βίον. Ἄνευ γὰρ φίλων οὐδεὶς ἕλοιτ’ ἂν ζῆν, ἔχων τὰ λοιπὰ ἀγαθὰ πάντα· καὶ γὰρ πλουτοῦσι καὶ ἀρχὰς καὶ δυναστείας κεκτημένοις δοκεῖ φίλων μάλιστ’ εἶναι χρεία· τί γὰρ ὄφελος τῆς τοιαύτης εὐετηρίας ἀφαιρεθείσης εὐεργεσίας, ἣ γίγνεται μάλιστα καὶ ἐπαινετωτάτη πρὸς φίλους; ἢ πῶς ἂν τηρηθείη καὶ σῴζοιτ’ ἄνευ φίλων; ὅσῳ γὰρ πλείων, τοσούτῳ ἐπισφαλεστέρα. Ἐν πενίᾳ τε καὶ ταῖς λοιπαῖς δυστυχίαις μόνην οἴονται καταφυγὴν εἶναι τοὺς φίλους. Καὶ νέοις δὲ πρὸς τὸ ἀναμάρτητον καὶ πρεσβυτέροις πρὸς θεραπείαν καὶ τὸ ἐλλεῖπον τῆς πράξεως δι’ ἀσθένειαν βοηθείας, τοῖς τ’ ἐν ἀκμῇ πρὸς τὰς καλὰς πράξεις· “σύν τε δύ’ ἐρχομένω·” καὶ γὰρ νοῆσαι καὶ πρᾶξαι δυνατώτεροι. Φύσει τ’ ἐνυπάρχειν ἔοικε πρὸς τὸ γεγεννημένον τῷ γεννήσαντι καὶ πρὸς τὸ γεννῆσαν τῷ γεννηθέντι, οὐ μόνον ἐν ἀνθρώποις ἀλλὰ καὶ ἐν ὄρνισι καὶ τοῖς πλείστοις τῶν ζῴων, καὶ τοῖς ὁμοεθνέσι πρὸς ἄλληλα, καὶ μάλιστα τοῖς ἀνθρώποις, ὅθεν τοὺς φιλανθρώπους ἐπαινοῦμεν. Ἴδοι δ’ ἄν τις καὶ ἐν ταῖς πλάναις ὡς οἰκεῖον ἅπας ἄνθρωπος ἀνθρώπῳ καὶ φίλον. Ἔοικε δὲ καὶ τὰς πόλεις συνέχειν ἡ φιλία, καὶ οἱ νομοθέται μᾶλλον περὶ αὐτὴν σπουδάζειν ἢ τὴν δικαιοσύνην· ἡ γὰρ ὁμόνοια ὅμοιόν τι τῇ φιλίᾳ ἔοικεν εἶναι, ταύτης δὲ μάλιστ’ ἐφίενται καὶ τὴν στάσιν ἔχθραν οὖσαν μάλιστα ἐξελαύνουσιν.