L’Osteria Francescana è il miglior ristorante al mondo
Perlomeno secondo l'importante classifica World's 50 Best Restaurants della rivista britannica "Restaurant"
L’Osteria Francescana di Massimo Bottura, a Modena, è al primo posto della classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo, la World’s 50 Best Restaurants, pubblicata ogni anno dal 2002 dal mensile britannico Restaurant e diventata uno dei punti di riferimento per chef, appassionati e critici gastronomici di tutto il mondo. È stata annunciata martedì sera al Palacio Euskalduna di Bilbao, in Spagna, dove si è tenuta la cerimonia di premiazione. L’Osteria Francescana è tornata al primo posto dopo che l’anno scorso era scesa al secondo, battuta dall’Eleven Madison Park di Daniel Humm a New York, quest’anno arrivato quarto dopo aver chiuso per rinnovo per quattro mesi. Al secondo posto è arrivato El Celler de Can Roca di Girona, in Spagna, da anni ai primi posti della classifica, e al terzo Mirazur a Menton, in Francia. Noma 2.0, la nuova versione del celebre ristorante dello chef René Redzepi a Copenhagen, non è stato preso in considerazione perché ha riaperto dopo il rinnovo a votazione già conclusa.
Nella classifica ci sono altri tre ristoranti italiani: Piazza Duomo ad Alba, al sedicesimo posto, Le Calandre a Rubano, al 23esimo, e Reale a Castel Di Sangro al 36esimo. Il premio degli chef è andato a Don Barber per il suo Blue Hill a Stone Barns, nello stato di New York; quello alla carriera al peruviano Gastón Acurio, che possiede ristoranti in tutto il mondo e ha scritto molti libri di cucina; il miglior pastry chef, cioè pasticcere, al mondo è il francese Cédric Grolet dell’hotel Le Meurice di Parigi. Tutti i vincitori si trovano qui.
La World’s 50 Best Restaurants è stata istituita nel 2002 dalla rivista inglese Restaurant e in pochi anni è diventata una delle classifiche di ristoranti internazionali più famose e discusse, facendo concorrenza alle rinomate guide Michelin. La giuria è composta da circa mille critici gastronomici, chef e professionisti dell’industria alimentare suddivisi in 27 zone geografiche. Ogni zona ha un presidente scelto per la sua conoscenza di quella specifica parte del mondo; ogni membro della giuria vota sette ristoranti, non più di tre nella sua regione. Nessuno può ovviamente votare per il proprio ristorante o per uno in cui ha interessi economici; si può votare solo in un ristorante in cui si è mangiato negli ultimi 18 mesi, anche se non c’è nessun controllo a riguardo; e al giudice non è richiesto pagare per il pasto.
La classifica è spesso criticata per la propensione verso la cucina europea dai menu degustazione costosi e per un’ostinata esclusione delle chef, che vengono premiate in una classifica a parte, che quest’anno ha al primo posto Clare Smyth del ristorante Core di Londra. Molti critici e siti di cucina, tra cui Eater, uno dei più importanti al mondo, si stanno lamentando dell’assenza nella classifica generale di Atelier Crenn, il ristorante a San Francisco della chef Dominique Crenn. Ha due stelle Michelin e l’anno scorso era arrivata all’83esimo posto dopo che nel 2016 Crenn era stata scelta come miglior chef al mondo ma non era entrata nella classifica generale, una scelta considerata offensiva e discriminatoria. Quest’anno il numero di ristoranti con chef o co-chef donne in classifica è passato da tre a cinque: Central di Pia León e Virgilio Martínez, Arzak di Elena e Juan Mari Arzak, Hiša Franko di Ana Ros, Cosme di Daniela Soto-Innes ed Enrique Olvera, e Nahm di Pim Techamuanvivit.