La Serie A parte già male
Nella finale dei playoff di Serie B tra Frosinone e Palermo c'è stata almeno una irregolarità: il Palermo, che ha perso, ha detto di aver presentato ricorso
Sabato scorso si è giocata la finale di ritorno dei playoff di Serie B tra Frosinone e Palermo: ha vinto 2-0 il Frosinone, che ha quindi ribaltato la sconfitta per 2-1 subita all’andata e ha ottenuto la seconda promozione in Serie A della sua storia. Della partita, però, se ne sta parlando ancora per via di quello che è successo nei minuti finali, per cui il proprietario del Palermo, Maurizio Zamparini, ha incaricato i legali del club di presentare ricorso: c’è quindi una remota possibilità che l’esito della partita possa essere riesaminato, e in tal caso la promozione in Serie A del Frosinone verrebbe messa in discussione, con possibili conseguenze per l’inizio della prossima stagione.
Per cominciare, un video registrato da una telecamera di Sky a bordo campo ha mostrato come i giocatori del Frosinone in panchina abbiano tirato in campo intenzionalmente un pallone per interrompere il gioco e far perdere tempo al Palermo. Di palloni lanciati in campo per interrompere il gioco ce ne sono stati almeno quattro: due provenienti dalle tribune o dai raccattapalle a bordo campo mentre almeno un paio li avrebbero lanciati i giocatori in panchina.
La partita è stata molto intensa e caratterizzata fin dai primi minuti da falli e interventi scomposti da entrambe le parti (è finita con nove cartellini gialli e una espulsione dalla panchina). Nel secondo tempo l’arbitro Federico La Penna aveva inizialmente assegnato un calcio di punizione al Palermo per un fallo di gioco avvenuto a ridosso dell’area di rigore del Frosinone, salvo poi rivedere la sua decisione e assegnare un calcio di rigore, probabilmente dopo aver comunicato con i suoi assistenti. La decisione ha scatenato le proteste dei giocatori del Frosinone, alcuni dei quali si sono avvicinati minacciosi a La Penna. Quest’ultimo ha infine rivisto nuovamente la sua decisione e assegnato un calcio di punizione al Palermo.
Poi, al sesto minuto di recupero, il Frosinone ha segnato su contropiede il gol del 2-0 che aveva di fatto assicurato la vittoria e la sua promozione in Serie A. Al gol, però, i giocatori e lo staff del Frosinone in panchina sono corsi in campo e sono poi stati seguiti dai tifosi, che via via hanno invaso il campo per i festeggiamenti. Stando al calcolo del tempo di recupero, al termine della partita mancavano ancora alcuni secondi. Secondo la Gazzetta dello Sport l’arbitro avrebbe però fischiato la fine della gara al momento dell’invasione di campo.
Al termine della partita il presidente del Palermo Giovanni Giammarva ha annunciato il ricorso dicendo: «Abbiamo preparato la riserva verso l’omologazione del risultato. Successivamente presenteremo ricorso». Il ricorso è stato ribadito poi dal proprietario del club, Maurizio Zamparini: «Abbiamo incaricato i nostri legali di fare ricorso e di supportarlo con tutte le prove. Credo che l’arbitro abbia cambiato la decisione sul rigore perché assediato e intimidito da tutta la squadra avversaria a tal punto da non sanzionare col cartellino rosso chi ha dato la testata a Ilja Nestorovski [attaccante del Palermo] davanti ai suoi occhi. Lo spettacolo che ha dato il calcio italiano è stato indecoroso per il comportamento della squadra del Frosinone che addirittura con i suoi giocatori tirava in campo i palloni per fermare le azioni d’attacco».
Per quanto riguarda la decisione dell’arbitro nell’assegnare il calcio di punizione e non il rigore, non sembra esserci alcun estremo per un ricorso sportivo. Per l’invasione in campo dipenderà da ciò che ha scritto l’arbitro nel rapporto della partita: come alcuni giornali sostengono, però, l’arbitro avrebbe dichiarato la partita conclusa prima dell’invasione e l’incontro sarebbe quindi regolare. Rimane in ballo il lancio dei palloni in campo, documentato da prove televisive. Per questo caso c’è infatti un precedente che risale al campionato Primavera del 2015, quando il giudice sportivo assegnò un 3-0 a tavolino al Latina per “la particolare gravità del comportamento dei raccattapalle, protrattosi nel tempo, che, di fatto, incise sul regolare svolgimento della gara”. In quel caso i raccattapalle gettarono dei palloni in campo per far perdere tempo, ma la sentenza venne ribaltata con un ricorso e la sconfitta a tavolino venne annullata. Nel caso del Frosinone, almeno un pallone è stato lanciato in campo dai suoi giocatori tesserati, e questo potrebbe incidere in maniera differente nel rapporto del giudice sportivo.