Il CEO di Foodora ha criticato duramente Luigi Di Maio

Lo ha accusato di demonizzare la tecnologia e di avere un atteggiamento «quasi medievale»

(Piero Cruciatti / LaPresse)
(Piero Cruciatti / LaPresse)

Il CEO di Foodora Gianluca Cocco è stato intervistato sul Corriere della Sera a proposito dei piani del ministro del Lavoro Luigi Di Maio di riformare il modo con cui vengono assunti i fattorini che fanno consegne a domicilio. Foodora è un’azienda tedesca, tra le più importanti del settore, insieme, tra le altre, a Deliveroo, Just Eat e Glovo. Il 14 maggio Di Maio, dopo aver parlato con alcuni fattorini, aveva spiegato di volere un “decreto dignità” per garantire ai fattorini un salario minimo e «proibire la retribuzione a cottimo», introducendo contratti più stabili (e più costosi per le aziende). Il decreto non è per ora stato presentato e non ne sono quindi ancora noti i dettagli. Nell’intervista al Corriere, Cocco ha parlato invece dell’atteggiamento che ha intravisto nel nuovo governo.

«Se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità che il ministro Di Maio ha fornito alle delegazioni di rider incontrate, dovrei concludere che il nuovo governo ha un solo obiettivo: fare in modo che le piattaforme digitali lascino l’Italia. Quella che filtra è una demonizzazione della tecnologia che ha dell’incredibile, quasi medievale e in contraddizione con lo spirito modernista del Movimento 5 Stelle».

Cocco ha anche spiegato che oggi Foodora ha circa 40 dipendenti e più o meno mille collaboratori con un contratto co.co.co, che lavorano al massimo «due-tre ore nella fase del pranzo e circa quattro al tempo della cena», e che la maggior parte di loro è soddisfatta della flessibilità che il contratto gli consente. Cocco ha aggiunto: «Il 75 per cento in una settimana lavora meno di 25 ore. Non è uno schema da 8 ore al giorno come nel ‘900», come invece sono inquadrati i contratti più stabili proposti da Di Maio.