Merkel sta continuando a pagare cara l’apertura della Germania ai migranti
Il partito bavarese che la sostiene vuole criteri più stringenti sull'immigrazione, e potrebbe minacciare di far cadere il governo
Nell’ultima settimana il nuovo governo tedesco, guidato per la quarta volta consecutiva da Angela Merkel, ha avuto quello che finora è stato il suo momento politicamente più complicato. Merkel si è infatti rifiutata di approvare un piano, proposto dal suo ministro dell’Interno Horst Seehofer, che prevedeva di limitare l’accoglienza nei confronti dei migranti. Seehofer è uno dei più importanti esponenti della CSU, un partito di centro che è presente solo in Baviera (dove è molto forte) ed è lo storico alleato della CDU, il partito di Merkel. CDU e CSU sono alleati da decenni e Politico ha scritto che una rottura di quest’alleanza rappresenterebbe «la più grande crisi politica degli ultimi decenni».
Nonostante sia un partito regionale, la CSU è determinante per gli equilibri nazionali e ha portato un quinto del 33 per cento dei voti presi dall’Unione, l’alleanza elettorale tra CDU e CSU, che al parlamento tedesco sono riunite in un unico gruppo parlamentare, e governano insieme alla SPD, il partito socialdemocratico. Il supporto della CSU è fondamentale per Merkel: se dovesse venire meno, cadrebbe il governo.
A febbraio, prima di iniziare il suo quarto mandato, Merkel aveva già accettato la richiesta della CSU di mettere un limite al numero di richiedenti asilo ammessi in Germania ogni anno: il limite deciso fu di 200mila. Seehofer, che prima di essere stato ministro dell’Interno era stato presidente della Baviera per 10 anni, ha ora proposto un piano composto da 63 provvedimenti: i più importanti riguardano la possibilità di respingere migranti che sono già stati registrati in altri paesi o che sono stati in passato respinti dalla Germania. Significherebbe di fatto chiudere le frontiere della Germania, visto che per via del Regolamento di Dublino ciascun richiedente asilo deve chiedere protezione internazionale al primo paese dell’UE in cui mette piede (quindi Italia, Grecia o Spagna, nella stragrande maggioranza dei casi).
La Baviera è il punto di ingresso della maggior parte dei migranti che arrivano in Germania perché è nel sud-est del paese, al confine con Austria e Repubblica Ceca. La CSU è sempre stata piuttosto critica sulla politica di Merkel nei confronti dei migranti, e sta inoltre cercando di non perdere voti a destra. A ottobre ci saranno le elezioni in Baviera e i sondaggi dicono che la CSU – che lì governa quasi ininterrottamente da dopo la Seconda guerra mondiale – potrebbe perdere voti a scapito dell’AfD, il partito di estrema destra molto duro nel confronto dei migranti. Il piano proposto da Seehofer ha probabilmente lo scopo, in vista delle elezioni bavaresi di ottobre, di distanziarsi ancora di più dalla CDU di Merkel e evitare che troppi voti finiscano alla AfD.
La linea di Merkel è semplice: ha detto di voler aspettare almeno fino a fine mese, quando al Consiglio europeo di Bruxelles discuterà di migranti e di una eventuale riforma del Regolamento di Dublino con gli altri capi di stato e di governo europei. Più in generale, anche dopo il Consiglio europeo, è difficile che Merkel decida di cedere a tutte le proposte di Seehofer, anche per evitare di infrangere le norme europee: il compromesso potrebbe essere raggiunto sul respingimento dei soli richiedenti asilo la cui domanda è già stata respinta in passato dalle autorità tedesche.
Nello scontro politico tra CSU e CDU qualcuno ha visto, oltre a una mossa in vista delle elezioni di ottobre, il tentativo della CSU di guadagnare rilevanza a livello nazionale. È però anche possibile che, in seguito alle divergenze, la CDU possa scegliere di presentare un suo candidato in Baviera, mettendo a sua volta in difficoltà la CSU.