In Nicaragua continuano le proteste e le violenze
Ci sono stati 160 morti in due mesi negli scontri con la polizia: altri due ieri, durante una giornata di scioperi e manifestazioni contro il presidente Daniel Ortega
In Nicaragua, nel Centro America, ci sono state nuove proteste e violenze durante uno sciopero generale di 24 ore indetto contro le politiche del governo e del presidente Daniel Ortega, che da decenni controlla di fatto il paese. Dopo le manifestazioni delle scorse settimane, questa volta nella capitale Managua la situazione è rimasta sostanzialmente tranquilla, mentre ci sono stati scontri in diverse altre città. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni di Ortega e accusato il governo di volere reprimere con la forza le loro iniziative di protesta. Almeno tre persone sono morte, portando il totale ad almeno 160 morti negli ultimi due mesi di proteste.
Le prime manifestazioni erano iniziate il 19 aprile scorso, per protestare contro una riforma del sistema sociale che avrebbe portato a una riduzione delle pensioni e dei programmi di assistenza per la popolazione. Le proteste erano state represse con violenza, portando a numerosi scontri e a una paralisi di buona parte delle attività del paese. Nonostante il governo avesse in seguito deciso di rinunciare ai tagli alle pensioni, le proteste sono proseguite e si sono concentrate contro Ortega.
Giovedì a Managua la polizia in tenuta antisommossa ha pattugliato le principali strade della città, per lo più vuote nelle ore dello sciopero generale, e la situazione è rimasta tranquilla. Sono stati invece segnalati scontri tra manifestanti e polizia a Nagarote, Masatepe e Tipitapa. Nella città di Leon un quindicenne è morto dopo essere stato ferito da alcuni colpi sparati dalle forze di sicurezza. Sono inoltre circolate notizie, difficili da confermare, su violenze generalizzate della polizia, con l’uso di pistole e altre armi da fuoco contro i manifestanti.
A maggio la Corte interamericana dei diritti umani ha inviato alcuni delegati in Nicaragua, arrivando alla conclusione che il governo abbia violato in più occasioni i diritti della popolazione durante le manifestazioni. Secondo la Corte, polizia e forze di sicurezza a contratto avrebbero fatto un uso eccessivo e sproporzionato della forza contro i manifestanti. Le accuse sono state però respinte dal ministro degli Esteri del Nicaragua.
Per cercare di mettere fine alle proteste e alle violenze, governo e opposizione hanno in programma un incontro per venerdì 15 giugno. Non è però chiaro quale accordo potrebbe essere stretto per risolvere la crisi, che si trascina ormai da quasi due mesi e con violenze ricorrenti.