La proposta per dividere la California
Da anni c'è chi sostiene che divisa in tre sarebbe più facile da amministrare e meglio rappresentata a Washington, e ora si farà un referendum
Una controversa proposta per dividere la California in tre stati è stata ammessa tra i quesiti referendari che verranno sottoposti agli elettori in concomitanza con le elezioni di metà mandato del prossimo novembre. La proposta, che secondo i sostenitori porterebbe benefici economici e amministrativi, ha raccolto oltre 400mila firme, superando la soglia di 365mila richiesta perché venisse sottoposta agli elettori californiani. A certificare le firme è stato il segretario di Stato californiano Alex Padilla.
Dietro alla proposta, chiamata CAL3, c’è un imprenditore poco conosciuto, Tim Draper, di cui si era parlato in passato principalmente quando nel 2014 acquistò 30mila bitcoin sequestrati al sito Silk Road. Sempre nel 2014 Draper aveva portato avanti una campagna per dividere la California in sei stati, che però non aveva raggiunto le firme necessarie.
Secondo Draper, dividere la California renderà più semplice ed efficiente l’amministrazione dello stato, che con i suoi quasi 40 milioni di abitanti è il più popoloso degli Stati Uniti con circa 10 milioni di abitanti in più del secondo, il Texas, e 20 in più del terzo, la Florida. La California è quindi uno stato che per estensione e popolazione è poco inferiore alla Spagna, e ha quella che da sola sarebbe la quinta economia del mondo, ma è amministrato con le stesse strutture di uno stato come il Delaware, che ha meno di un milione di abitanti ed è più piccolo dell’Umbria. Negli Stati Uniti i rappresentanti alla Camera sono proporzionali agli abitanti (53 per la California, uno solo per il Delaware) ma al Senato sono gli stessi, due per ogni stato, a prescindere dalle dimensioni: il tema dell’anacronismo della composizione del Senato è oggetto di dibattito da decenni, e per questo da anni si parla anche della possibilità di dividere la California in stati più piccoli, paragonabili agli altri degli Stati Uniti.
Nel progetto di CAL3, la California verrebbe divisa in Northern California, Southern California e California. La prima occuperebbe l’area settentrionale, arrivando poco più a sud dell’area di San Francisco; la seconda occuperebbe tutta l’area meridionale, comprese città come Bakersfield, Fresno e San Diego, con l’eccezione della striscia di terra lungo la costa da Monterey a Los Angeles, la cui area sarebbe interamente inclusa nella nuova California.
I tre nuovi stati sarebbero rispettivamente il quinto, ottavo e quarto più popolato degli Stati Uniti, e sarebbero piuttosto disomogenei dal punto di vista economico. Attualmente, infatti, la California ha il nono reddito pro capite più alto degli Stati Uniti: ma è una media tra zone ricchissime, come tutta l’area di San Francisco, e altre molto povere, come Bakersfield, Fresno o buona parte di Los Angeles. Con la divisione, la Northern California sarebbe lo stato con il secondo reddito pro capite degli Stati Uniti dopo Washington DC; la Southern California sarebbe invece il 30esimo, e la California il 12esimo.
Secondo Draper, attualmente la California è troppo grande per essere governata con efficacia, e la divisione ne renderebbe più facile l’amministrazione. Oggi spesso i rappresentanti della California provengono infatti dalle zone più popolose e importanti, mentre con CAL3 sarebbero più vicini agli elettori, sempre secondo Draper.
Secondo gli attuali sondaggi, che sono ancora pochi, la stragrande maggioranza degli elettori californiani è contraria a CAL3, che oggi verrebbe respinta al voto dal 72 per cento degli elettori. Se per via di una campagna elettorale sorprendente l’opinione dei californiani dovesse cambiare, in ogni caso, CAL3 dovrebbe essere approvata dall’intero Congresso statunitense (e forse anche dal parlamento californiano, ma su questo punto c’è un po’ di incertezza dal punto di vista legale).
Jonathan Turley, docente e avvocato costituzionale, ha detto a CNN che è molto improbabile che il Congresso approvi una proposta simile. A opporsi sarebbero probabilmente i Democratici, che oggi sanno di poter contare sui 55 grandi elettori espressi alle presidenziali dalla California, che vota per il candidato del Partito Democratico ininterrottamente dal 1992. La divisione in tre stati sarebbe, da questo punto di vista, un azzardo. Ma anche i Repubblicani hanno motivo di guardare con sospetto CAL3: se fosse divisa in tre stati, infatti, l’attuale California eleggerebbe 4 senatori in più, che probabilmente andrebbero ai Democratici dando loro un vantaggio non indifferente, visto che le maggioranze al Senato sono spesso risicate (attualmente i Repubblicani contano su 51 senatori su 100). I grandi elettori e i senatori eletti dai nuovi tre stati californiani, secondo i sostenitori della proposta, sarebbero molto influenti e rappresenterebbero più efficacemente i loro elettori.