Gli arresti per il nuovo stadio della Roma
La squadra di calcio non è coinvolta e i lavori devono ancora iniziare, ma ci sono 16 indagati per corruzione mentre il lunghissimo iter burocratico era quasi arrivato alla conclusione
Nove persone sono state arrestate dai carabinieri con l’accusa di «associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma». L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, coinvolge in tutto 16 indagati. Si sta già parlando di una probabile sospensione dell’iter burocratico per approvare la costruzione del nuovo stadio della Roma nell’area di Tor di Valle. Il lunghissimo iter per le autorizzazioni, che era anche stato monitorato con successo dall’Autorità nazionale anti-corruzione, era giunto quasi alla conclusione dopo trattative molto complicate, e si prevedeva che i lavori dovessero cominciare entro la fine del 2018.
Tra i nove arrestati ci sono politici, imprenditori e manager, mentre non sono coinvolte persone legate alla società sportiva della Roma: il procuratore Ielo ha confermato che «l’AS Roma non c’entra nulla con tutta questa vicenda». I giornali scrivono che l’inchiesta è incentrata soprattutto su alcune vicende relative alla cessione del terreno scelto per costruire il nuovo stadio della Roma. Repubblica scrive:
Arrestato l’imprenditore Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova che sta realizzando il progetto dello Stadio, e cinque suoi collboratori mentre ai domiciliari ci sono Luca Lanzalone, l’attuale presidente Acea (di cui il Comune detiene il 51%) che ha seguito, in veste di consulente per la giunta cinquestelle, il dossier sulla struttura che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi di Forza Italia, l’ex assessore regionale all’Urbanistica Michele Civita (Pd). Indagato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Campidoglio, Paolo Ferrara.
Le persone più note e importanti tra queste sono sicuramente Luca Parnasi, proprietario dei terreni di Tor di Valle su cui dovrebbe sorgere lo stadio, e Luca Lanzalone, avvocato genovese considerato molto vicino a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle romano, che aveva fatto da consulente per la questione stadio ed è il presidente di Acea nominato dalla sindaca Virginia Raggi. Acea è la grande società municipalizzata che si occupa di acqua, energia e ambiente. La sindaca Virginia Raggi, che proprio ieri si era detta soddisfatta dello stato del progetto, ha detto: «Chi ha sbagliato pagherà. Noi siamo dalla parte della legalità. Aspettiamo di leggere le carte e al momento non esprimiamo alcun giudizio. Se è tutto regolare speriamo che il progetto dello stadio possa andare avanti».
Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino. Stiamo lavorando senza sosta per accorciare i tempi e realizzare questa grande opera che porterà nuovi posti di lavoro e migliorerà la vita nel quadrante sud della città: https://t.co/8h5hszyHF7 #unostadiofattobene pic.twitter.com/hv0ZdFP565
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) June 12, 2018
Lo stadio della Roma è il più importante investimento privato a Roma da moltissimi anni. La ricerca del sito per la costruzione iniziò nel febbraio del 2012 e nel dicembre dello stesso anno venne ufficializzata la scelta dell’area del vecchio Ippodromo di Tor di Valle, a sud di Roma. Il progetto venne poi approvato dalla giunta dell’allora sindaco Ignazio Marino e presentato al Campidoglio nel marzo del 2014, alla presenza della squadra e del presidente James Pallotta. Poi iniziò il processo di approvazione, che però si è rivelato ben più lungo e discusso del previsto, tanto che in alcuni momenti sembrò anche vicino a saltare, per varie ragioni, fra cui la contrarietà dell’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Roma e di molti consiglieri della maggioranza del Movimento 5 Stelle. Nello specifico, furono contestate le costruzioni previste attorno allo stadio, il cosiddetto “business park”, e le cubature complessive del progetto.
Il progetto dello Stadio della Roma è stato quindi notevolmente ridimensionato dalla giunta della sindaca Virginia Raggi, ed è diverso da quello approvato dal consiglio comunale durante la giunta di Ignazio Marino. Sono state escluse le tre torri progettate dal famoso Studio Libeskind e le cubature del “business park” hanno subito una riduzione vicina al 60 per cento (500 mila metri cubi, non più un milione e rotti). Le opere pubbliche nella zona circostante non escluse dal progetto verranno inoltre realizzate in un secondo momento, e non di pari passo con la costruzione dello stadio.
Lo scorso 5 dicembre, dopo tre mesi di discussioni, la Conferenza dei Servizi aveva dato il via libera al progetto. Il comune di Roma avrebbe dovuto adottare la delibera della Conferenza dei Servizi sul nuovo stadio, e quindi concedere il permesso ai primi cantieri e poi alle gare europee sulle opere pubbliche previste nella zona.