“Rosemary’s Baby”, nei cinema 50 anni fa
Fece impressione a molti e quasi ogni critico ne parlò e ne parla ancora come di uno dei miglior horror di sempre, elogiando soprattutto il regista Roman Polanksi e la protagonista Mia Farrow
Il 12 giugno 1968 nei cinema americani uscì Rosemary’s Baby, diretto da Roman Polanski. Era tratto da un romanzo di successo pubblicato un anno prima ed ebbe un ancora più grande successo. Fece molto parlare per i suoi temi e per certe sue scene, per esempio quella in cui Satana stupra la protagonista, e fu molto apprezzato per la recitazione, soprattutto di Mia Farrow, e alcune scelte di regia di Polanski. In Italia il film (un horror sul satanismo) uscì la notte di Natale del 1968 con un titolo molto poco horror: Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York.
Rosemary’s Baby è il romanzo più famoso di Ira Levin, morto nel 2007. Quando scrisse il libro aveva poco meno di quarant’anni ed era da poco uscita la famosa copertina del Time che chiedeva se Dio fosse morto. Levin disse sempre di aver apprezzato la grande fedeltà con cui Polanski aveva trasformato il libro in un film: ogni personaggio è uguale, i dialoghi sono praticamente identici e quasi ogni cosa che si vede nel film è come è descritta nel libro. Qualcuno ha scritto che Polanski fu così fedele al libro perché era la prima volta che adattava un romanzo per il cinema e non era sicuro di quanto o cosa potesse cambiare.
Nel 2002, Levin disse però, intervistato dal New York Times, di essersi pentito di avere dato origine, o comunque una considerevole spinta, al genere satanista: «Un’intera generazione è stata impressionata e oggi crede di più a Satana. Io non credo a Satana e penso che il fondamentalismo attuale non sarebbe così forte se non ci fossero stati così tanti libri di questo genere. Naturalmente, non darò indietro nessuno degli assegni che ho preso per i diritti d’autore».
Nella prima mezz’ora di Rosemary’s Baby non si direbbe che si sta guardando un film horror. Marito e moglie (Guy e Rosemary Woodhouse, interpretati da Mia Farrow e John Cassavetes) si trasferiscono in un nuovo appartamento nel Dakota, uno storico palazzo dell’Upper West Side di Manhattan: lui è un attore dallo scarso successo, lei una moglie che non vede l’ora di avere un figlio. Dopo un po’ lei resta incinta. Nel frattempo la coppia ha conosciuto un’altra coppia più anziana che all’inizio sembra stramba e poi sempre più inquietante: sono i Castevet e, si scopre molto più avanti nel film, sono dei satanisti. Vogliono che il figlio di Rosemary sia il nuovo figlio di Satana.
Rosemary, che per gran parte del film è spaventata ma non capisce cosa le stia succedendo attorno, è protagonista di tutte le scene horror del film, che si basa per gran parte sul fatto che le accadano cose sempre più brutte e inquietanti, senza che per gran parte del tempo lei se le sappia spiegare, e senza che nessuno le voglia credere o la voglia aiutare. Senza dire troppo a chi non dovesse averlo visto e volesse farlo, il figlio poi nasce: nel giugno 1966; 6/66.
Rosemary’s Baby fu il primo film davvero importante di Farrow, che nel 1968 aveva poco più di vent’anni e proprio sul set del film scoprì che suo marito Frank Sinatra voleva divorziare da lei. Fu invece il primo film americano di Polanski, dopo che dall’Europa si era fatto notare con Il coltello nell’acqua, Cul-de-sac, Per favore, non mordermi sul collo! e Repulsione, un film con alcuni momenti tanto inquietanti quanto quelli di Rosemary’s Baby. Farrow fu scelta dopo che la parte fu proposta a Jane Fonda e, si dice, dopo che Polanski pensò di farlo interpretare a sua moglie Sharon Tate. Per il ruolo di Guy, suo maritò, si pensò a Jack Nicholson e Robert Redford, ma non se ne fece niente. Farrow cantò anche la ninna-nanna del film, che in questo video fa da sottofondo ad alcune delle scene più famose.
Ancora oggi Rosemary’s Baby continua a essere considerato uno dei migliori horror di sempre e il 99 per cento delle recensioni raccolte su Rotten Tomatoes ne parla in modo positivo. Sia ora che allora, nelle recensioni si trovano grandi elogi per Farrow, per la capacità di Polanski di sconvolgere senza mostrare troppa violenza (esplicita) o scene gore, piene di sangue. Molti fecero notare che Polanski aveva avuto il grande merito di far scivolare in modo molto naturale una situazione familiare in una sconvolgente e terrificante, riuscendo anche a mettere qualcosa di stranamente buffo nei personaggi (per capirlo basta guardare le facce dei satanisti alla fine del film).
Da buon horror, Rosemary’s Baby è pieno di dettagli e inquadrature in primo o primissimo piano.
Queste, per chi volesse rivederle, sono le note scene finali:
Parlando di Rosemary’s Baby è difficile non dire che, pochi mesi dopo l’uscita del film, la compagna di Polanski Sharon Tate fu uccisa a 26 anni dalla setta guidata da Charles Manson. Nella sua follia, Manson aveva una fissa con la canzone “Helter Skelter”, uscita nel 1968 e composta dai Beatles. Il Dakota, il palazzo del film, è l’edificio in cui John Lennon visse i suoi ultimi anni con Yoko Ono, prima di essere ucciso, davanti all’ingresso, nel dicembre 1980.