Il consiglio di Minniti a Salvini, sull’immigrazione
L'ex ministro dell'Interno ha detto al suo successore di non allearsi con l'Ungheria di Viktor Orbán, per almeno un motivo enorme
In un’intervista a Repubblica, l’ex ministro dell’Interno del governo uscente, Marco Minniti, ha messo in guardia Matteo Salvini, che ha preso il suo posto, dall’allearsi con i paesi dell’Europa orientale per risolvere i problemi legati all’immigrazione.
Martedì 5 giugno, in un vertice informale dei ministri dell’Interno europei, diversi paesi fra cui Italia, Spagna, Ungheria e Austria hanno rifiutato una bozza di riforma del Regolamento di Dublino, il collo di bottiglia legislativo che oggi trattiene decine di migliaia di richiedenti asilo in Italia, e che è fra i principali responsabili della crisi degli ultimi anni. Dopo il vertice, Salvini ha detto di aver sentito per telefono il controverso primo ministro ungherese Viktor Orbán, e parlando con alcuni giornalisti ha spiegato che intende lavorare insieme a lui «per cambiare le regole di questa Unione Europea».
Il problema è che, secondo diversi esperti, l’Italia e l’Ungheria hanno interessi molto diversi in materia di immigrazione. L’Italia è uno dei paesi di frontiera a cui l’attuale Regolamento di Dublino lascia l’onere di identificare e accogliere i richiedenti asilo che entrano nel territorio dell’Unione Europea. L’Ungheria guida invece un blocco di paesi a cui il sistema attuale tutto sommato va bene com’è ora. Anche Minniti sembra pensarla così. Parlando con Repubblica, ha spiegato:
Cosa comporta allearsi con loro?
Diventare l’hotspot dell’Europa, esattamente come vuole il gruppo dei paesi dell’Europa centrale del Patto di Visegrad. Ci stiamo consegnando mani e piedi al loro progetto di ridurre l’Italia a centro di controllo unico dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Appunto, e qui riprendo le ultime proposte di Salvini, creando sempre più hotspot, sempre più centri di accoglienza… Davvero pensiamo di allearci con chi sta cercando di affossare nel Parlamento Europeo la proposta di riforma del trattato di Dublino?
Minniti ha anche parlato dei risultati ottenuti durante il suo mandato da ministro, sostenendo di avere completato i suoi propositi iniziali «al settanta per cento. È mancato l’ultimo miglio, cioè l’istituzione di flussi legali per regolare gli ingressi dei migranti, ma per questo era necessario l’impegno del Parlamento».