Guida ai Mondiali: ?? Argentina
È la nazionale più imprevedibile tra le favorite, e sembra che solo la presenza di Messi tenga alte le sue ambizioni
I Mondiali 2018 iniziano il 14 giugno. Questa è la penultima delle sette guide che il Post dedicherà alle Nazionali di calcio più importanti del torneo: quelle da cui, con ogni probabilità, verrà fuori la vincitrice della 21ª edizione della Coppa del Mondo.
Mercoledì della scorsa settimana l’amichevole di calcio tra Israele e Argentina, prevista per sabato 9 giugno a Gerusalemme, è stata cancellata. L’ambasciata israeliana in Argentina ha citato «minacce e provocazioni» non specificate contro il capitano argentino Lionel Messi, ma secondo diverse ricostruzioni, la decisione sarebbe stata presa a seguito delle forti pressioni palestinesi e delle richieste di alcuni giocatori argentini, tra cui lo stesso Messi. L’amichevole in Israele aveva suscitato molte polemiche anche per il luogo scelto per giocarla, il Teddy Stadium, l’impianto che ospita le partite del Beitar, squadra nata in ambienti nazionalisti israeliani e con una tifoseria fra le più xenofobe e violente del calcio internazionale.
L’annullamento dell’amichevole ha messo l’Argentina in una brutta situazione. La partita contro Israele, infatti, sarebbe dovuta essere l’ultima di preparazione prima del trasferimento in Russia in vista dei Mondiali. Ora la federazione non sembra stia riuscendo a trovare un’altra nazionale contro cui giocare, perché sono tutte occupate o hanno già terminato i loro ritiri (come nel caso dell’Italia). Questo vuol dire che l’Argentina rischia di arrivare alla prima partita del Mondiale, sabato 16 giugno a Mosca contro un avversario sulla carta inferiore ma ostico come l’Islanda, con una sola amichevole giocata negli ultimi due mesi, peraltro contro la modesta squadra di Haiti.
Fra le nazionali favorite ai Mondiali, l’Argentina è probabilmente quella che ha più bisogno di prepararsi al torneo, dopo le difficoltà mostrate nelle qualificazioni sudamericane, confermate nell’ultima amichevole di marzo persa clamorosamente 6-1 contro la Spagna.
Gli ormai famosi problemi dell’Argentina
L’Argentina si presenta ai Mondiali dopo aver perso tutte le ultime tre finali giocate negli ultimi quattro anni: quella dei Mondiali del 2014, dove fu sconfitta dalla Germania ai supplementari, e quelle delle edizioni 2015 e 2016 della Coppa America, entrambe perse contro il Cile (peraltro sempre allenato da argentini). Ha ottenuto la qualificazione ai Mondiali in Russia all’ultima partita buona, in cui ha battuto 3-1 l’Ecuador grazie a una tripletta di Messi. Pur cambiando tre allenatori, ha sempre faticato ad essere costante nei risultati e nel far coesistere i tanti campioni di cui dispone, in particolare in attacco, a partire da Messi.
Per molti versi, i pessimi risultati dell’Argentina non sono una sorpresa, nonostante si parli ancora della nazionale vicecampione del mondo, capitanata da uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. Da decenni i risultati dell’Argentina non sono all’altezza del valore della nazionale, e di recente solo la gestione di Alejandro Sabella (2011-2014) è riuscita a raggiungere risultati accettabili. A Sabella viene inoltre riconosciuto il merito di aver permesso a Messi di giocare meglio che in qualsiasi altro periodo passato in nazionale.
Da ormai un decennio la nazionale argentina ruota attorno a Messi, e non potrebbe essere altrimenti. Per giocare al meglio, però, Messi ha bisogno essenzialmente di due cose: spazio e qualcuno che lo imbecchi come Xavi, Iniesta e Rakitic hanno fatto nella sua carriera al Barcellona. Nel tempo si è visto come la presenza in attacco di un giocatore troppo ingombrante – un centravanti che tocca molti palloni a partita, per esempio, o qualcuno con caratteristiche tecniche simili alle sue – limiti la sua incisività. È lì che sta la differenza fra le sue prestazioni con la nazionale e quelle, ben diverse, con il Barcellona, una squadra che da dodici anni è costruita per metterlo nelle migliori condizioni possibili.
La squadra di Sampaoli
Finora, eccetto Sabella, nessun allenatore è riuscito a far esprimere al meglio Messi in nazionale. In una delle sue ultime conferenze stampa del 2017, Jorge Sampaoli, il terzo e ultimo allenatore in due anni, aveva detto chiaramente che l’Argentina, avendo a disposizione un talento che nella storia del calcio si è visto forse solo in Diego Armando Maradona, avrebbe dovuto trovare assolutamente un modo per renderlo sempre incisivo e al centro della squadra.
Per qualsiasi allenatore che prenda in mano l’Argentina, far giocare Messi vuol dire rinunciare il più delle volte a schierare giocatori che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra, come Sergio Aguero, un calciatore fortissimo ma le cui prestazioni in nazionale non hanno mai avuto continuità. Anche quando questi giocatori vengono impiegati, spesso la loro funzione principale è quella di creare spazio a Messi e togliergli avversari dalla marcatura. È per questo che ai Mondiali non ci sarà Mauro Icardi e si vedrà poco in campo Paulo Dybala. Potrebbe pagarne le conseguenze anche Gonzalo Higuain, che negli ultimi anni ha fatto coppia con Messi ma che ora potrebbe essere sostituito da Sergio Aguero.
Da quando è allenatore dell’Argentina, Sampaoli ha usato una decina di formazioni diverse, molte delle quali con giocatori che in Russia non ci saranno. Le ultime uscite della squadra, tuttavia, hanno suggerito che ai fianchi di Messi i titolari saranno Angel Di Maria e Manuel Lanzini. Quest’ultimo, però, si è rotto il legamento crociato durante il ritiro e dovrà saltare i Mondiali: al suo posto è stato convocato Enzo Perez, trequartista del River Plate, mentre il suo ruolo in campo dovrebbe riceverlo Maximiliano Meza, che gioca con l’Independiente. Il centrocampo è invece uno dei reparti che lascia più perplessi. Non c’è molta qualità e ci sono diversi dubbi sulle condizioni di Javier Mascherano, il più esperto in squadra e quello che dà maggiori garanzie difensive, che però dopo una carriera ad altissimi livelli con il Barcellona ora gioca in Cina. Il posto da regista è invece conteso da Lucas Biglia e Giovanni Lo Celso, con quest’ultimo dato come leggermente favorito per partire da titolare.
Anche la difesa non dà molte garanzie. I due terzini sono Gabriel Mercardo, probabilmente il vero punto debole del reparto difensivo, e Nicolas Tagliafico, che nonostante l’ottima stagione con l’Ajax deve ancora dimostrare di saper giocare ad altissimi livelli. I due centrali sono Federico Fazio e Nicolas Otamendi. Fazio gioca nella Roma e fra i due è quello più esperto che dovrebbe guidare la difesa e dare il via alle azioni. Otamendi invece è più prestante, più rapido e forte nelle chiusure e di testa. Entrambi però sono inclini a errori, come mostrano i troppi gol subiti nelle qualificazioni sudamericane.
Ai Mondiali, l’Argentina sarà messa alla prova fin dalla prima partita contro l’Islanda. La nazionale islandese non ha chiaramente la stessa qualità di quella argentina, ma è anche una squadra contro cui è difficile giocare, per via della fisicità dei suoi giocatori e del modo in cui è organizzata. Dopo l’Islanda, l’Argentina giocherà contro la Croazia, che per molti versi è la nazionale europea più simile all’Argentina, per talento e occasioni sprecate, e poi contro la Nigeria.