La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha dato ragione a un americano a cui la Romania non voleva dare la residenza nonostante fosse sposato con un rumeno
La Corte di giustizia dell’Unione Europea, l’organo che deve garantire il rispetto del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione Europea, si è espressa in favore del cittadino americano gay Clay Hamilton a cui la Romania non aveva concesso la residenza nonostante sia sposato dal 2010 con un cittadino rumeno, Adrian Coman. Le leggi europee prevedono che le persone che non sono cittadine di paesi membri dell’Unione ma hanno sposato una persona che invece lo è hanno il diritto di risiedere nel paese in cui risiede il proprio coniuge, ma la Romania aveva negato questo diritto a Hamilton perché il paese non riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso: l’argomentazione delle autorità rumene era che secondo la legge nazionale Hamilton non era il coniuge di Coman. La Corte di giustizia dell’UE ha sottolineato che il termine “coniuge” usato nelle norme europee non è né maschile né femminile e ha ribadito che i paesi europei devono riconoscere la libertà di movimento delle coppie sposate a prescindere dal loro orientamento sessuale.
Hamilton e Coman si sono sposati a Bruxelles, dove Coman lavorava per il Parlamento Europeo, nel 2010. Quando Hamilton non era stato autorizzato a risiedere in Romania in virtù del suo matrimonio con Coman, il cittadino rumeno si era rivolto alla Corte Costituzionale del proprio paese nel 2016 e da lì il caso era passato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.
La Romania ha abolito il reato di omosessualità solo nel 2002. Insieme a Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia è uno dei paesi membri dell’UE in cui le coppie omosessuali non possono né sposarsi né unirsi civilmente. Dei 28 paesi membri dell’Unione, solo tredici prevedono i matrimoni tra persone dello stesso sesso nella propria legislazione.