Di Maio e Salvini stanno continuando a fare Di Maio e Salvini
Il nuovo ministro del Lavoro dice che il M5S è assimilabile allo Stato, mentre secondo il nuovo ministro degli Interni «per gli immigrati clandestini è finita la pacchia»
Venerdì 1 giugno Matteo Salvini, leader della Lega Nord, e Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, sono diventati rispettivamente ministro dell’Interno e ministro del Lavoro, delle Politiche sociali e dello Sviluppo economico. Il 2 giugno hanno partecipato – insieme ad altri membri del governo Conte e alle più alte cariche dello stato – alle celebrazioni per il 2 giugno, festa della Repubblica. Il nuovo incarico non ha cambiato le loro abitudini: entrambi, nelle ultime ore, hanno diffuso dichiarazioni molto poco “istituzionali”, quasi fossero ancora in campagna elettorale.
Nelle prime ore della giornata si sono limitati a commenti piuttosto neutri sul loro nuovo lavoro. Salvini ha detto: «Siamo eleganti, sorridenti, democratici. Nelle prossime ore sentirò i ministri dell’Interno di diversi Paesi europei con cui collaborare e non litigare». Di Maio, parlando coi giornalisti, ha detto: «Lo dico alle altre forze politiche, lo dico ai sindaci d’Italia: al di là degli schieramenti, mettiamoci al lavoro. Adesso è il momento di fare fatti, l’Italia ha aspettato 30 anni».
Già dal pomeriggio del 2 giugno sia Di Maio che Salvini hanno però partecipato a eventi non istituzionali: Salvini è andato in Veneto per fare campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative del 10 giugno e Di Maio ha partecipato a Roma, alla Bocca della Verità, alla festa organizzata dal Movimento 5 Stelle per la nascita del nuovo governo.
Parlando a Vicenza in uno dei suoi numerosi comizi Salvini ha usato i consueti toni contro gli stranieri e i richiedenti asilo: «Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie. In maniera educata, serena, pacifica e tranquilla». Parlando invece delle ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, ha ripetuto le accuse già sentite in campagna elettorale, e le ha definite dei “vicescafisti”. Oggi Salvini farà campagna elettorale in Sicilia: sarà a Catania, Modica e Pozzallo, dove dovrebbe visitare lo hotspot locale.
Sempre il 2 giugno, intorno alle 21, Di Maio – che anche lui oggi sarà in Sicilia per alcuni comizi – è salito sul palco di Roma insieme all’imprenditore Sergio Bramini, di cui si è parlato negli ultimi giorni perché ha dovuto dichiarare fallimento nonostante avesse dei crediti non pagati da parte dello Stato. Di Maio ha detto: «Oltre al fallimento qualche giorno fa lo Stato gli ha pignorato anche la casa». Al pubblico che stava iniziando a fischiare (lo Stato), Di Maio ha detto una frase che ha fatto molto discutere: «Fermi, fermi, fermi. Non c’è bisogno di fischiare. Da oggi lo Stato siamo noi».