La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato Lituania e Romania per aver violato i diritti umani di due detenuti torturati dalla CIA
I due uomini erano membri di al-Qaida, rapiti, detenuti illegalmente e torturati dalla CIA
La Corte Europea dei diritti dell’uomo – che ha sede a Strasburgo ma non ha a che fare con l’Unione Europea – ha deciso che Lituania e Romania hanno violato i diritti umani di due detenuti che, sospettati di essere membri di al Qaida, sono stato consegnati alla CIA, che li ha torturati. I due uomini – Abu Zubaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri – furono catturati nel 2012 e sono ora detenuti a Guantanamo, la prigione statunitense che si trova a Cuba. Prima di essere portati a Cuba i due uomini furono però portati nelle prigioni segrete che la CIA controllava in Lituania e Romania. La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha anche deciso che sia Lituania che Romania debbano pagare il corrispettivo di 100mila euro di danni ai due uomini.
Abu Zubaydah, palestinese nato in Arabia Saudita, è accusato di essere stato negli anni Novanta il responsabile dei reclutamenti di al Qaida, oltre che uno degli uomini più vicini a Osama bin Laden. Si ritiene invece che Abd al-Rahim al-Nashiri sia stato, negli anni Novanta, uno dei principali capi di al Qaida nel Golfo Persico: è accusato tra le altre cose di essere il responsabile, nel 2000, dell’attacco al cacciatorpediniere USS Cole, in cui morirono 17 persone.
La decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo è simile a una presa nel 2014 nei confronti della Polonia dopo che, tra il 2002 e il 2003, il paese permise alla CIA di detenere illegalmente sempre Abu Zubaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri. Stando alle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, i due uomini sarebbero stati prigionieri in Polonia tra il 2002 e il 2003; in Romania tra il 2003 e il 2005 e in Lituania tra il 2005 e il 2006. In quel periodo la detenzione di prigionieri da parte della CIA fu fatta seguendo la cosiddetta extraordinary rendition, cioè il rapimento e le detenzioni illegali di sospetti terroristi portate avanti dagli Stati Uniti con la collaborazione di altri paesi. È una pratica che fu messa di certo in atto dopo l’11 settembre 2001 ma che rimase segreta per diversi anni.