Trump ha emesso una grazia postuma per il pugile Jack Johnson, che fu condannato per una legge interpretata in maniera razzista
Trump ha graziato il pugile afroamericano Jack Johnson, morto nel 1946, che quando era in vita fu condannato a causa di una legge razzista.
Johnson fu il primo pugile afroamericano a vincere il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, nel 1908: restò campione fino al 1915. Nel 1912 Johnson violò il Mann Act, una legge che condannava chiunque trasportasse per ragioni “immorali” una donna oltre i confini dello stato in cui viveva. La legge era stata approvata per combattere la prostituzione, ma la giuria che accusò Johnson – composta da soli bianchi – argomentò che Johnson aveva una relazione «contro natura» con la donna che aveva portato fuori dallo stato.
Johnson fu condannato a un anno di carcere e scappò in Europa per evitare di finire in carcere: tornò negli Stati Uniti nel 1920, scontò la pena e riprese a combattere, ma la sua carriera era ormai in declino.
Il suo caso era stato segnalato a Trump da Sylvester Stallone, reso celebre per avere interpretato il pugile Rocky nell’omonima saga cinematografica.