Donald Trump non può bloccare nessuno su Twitter
Lo ha stabilito una giudice di New York dicendo che impedire a qualcuno di seguirlo viola il primo emendamento della Costituzione
Un tribunale di New York ha stabilito che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump viola il primo emendamento della Costituzione, quello sulla libertà di parola e di espressione, quando blocca qualcuno sull’account Twitter @realDonaldTrump che, ha spiegato la giudice Naomi Reice Buchwald, è un account politico ufficiale e non personale.
Bloccare qualcuno su Twitter significa impedirgli di interagire con un account in qualsiasi modo: la persona bloccata non può nemmeno vedere i tweet di chi lo ha bloccato. Nel suo parere di 75 pagine, la giudice ha spiegato che Trump usa spesso Twitter per comunicare e spiegare le sue decisioni politiche, decisioni che «possono essere prese solo dal presidente in quanto presidente»: impedire a qualcuno di fruire di queste informazioni è quindi in parte un atto di censura. Buchwald ha anche suggerito che Trump avrebbe potuto semplicemente ignorare le risposte che lo turbavano, piuttosto che bloccare gli utenti coinvolti.
Il caso che ha portato alla decisione era stato portato avanti in rappresentanza di sette persone bloccate da Trump dal Knight First Amendment Institute della Columbia University, un istituto privato senza scopo di lucro che tramite la ricerca, l’istruzione e l’attività nei tribunali ha lo scopo di difendere la libertà di parola negli Stati Uniti. Nel giugno del 2017 il Knight First Amendment Institute aveva inviato una lettera a Trump in cui si spiegava che il blocco eseguito dal presidente non solo danneggiava la libertà di parola dei loro clienti, ma diminuiva anche la loro possibilità di accedere ad informazioni che avrebbero dovuto essere pubbliche e quindi disponibili per tutti. La giornalista Rebecca Buckwalter-Poza, che era tra i querelanti, dopo la decisione del tribunale ha scritto su Twitter di aver vinto:
I sued the President, and I won. https://t.co/hE3rWcxIAY
— Rebecca Pilar Buckwalter-Poza (she | they) (@rpbp) May 23, 2018
La giudice Naomi Reice Buchwald ha emesso una sentenza dichiarativa che afferma il punto di vista della legge, e non un’ingiunzione specifica che avrebbe imposto al presidente di sbloccare le persone. E questo perché, ha scritto nel provvedimento, «nessun funzionario governativo è al di sopra della legge»: «Poiché tutti i funzionari governativi sono prevedibilmente tenuti a seguire una legge una volta che la magistratura ha detto quale sia la legge, dobbiamo presumere che il presidente e Dan Scavino (cioè l’uomo dietro l’account Twitter di Donald Trump, ndr) porranno rimedio al blocco» che è «incostituzionale».