Comprare una villa da 600 mila euro è una cosa di destra?
Se lo sta chiedendo il partito spagnolo di sinistra Podemos, che ha organizzato un referendum per valutare l'acquisto di una grande villa da parte del segretario Pablo Iglesias e della sua compagna
Da martedì alle 17 fino a domenica alle 14 quasi mezzo milione di iscritti al partito politico spagnolo Podemos potranno votare in un referendum interno per decidere la sorte politica del segretario Pablo Iglesias e della portavoce del gruppo in Parlamento, Irene Montero. I due stanno insieme da tempo e aspettano due gemelli, ma hanno sempre evitato di commentare la loro relazione. Il tema del referendum non è del tutto politico: riguarda l’acquisto da parte di Iglesias e Montero di una villa nel comune di Galapagar, a 40 chilometri dalla capitale Madrid, per 615 mila euro.
Negli ultimi dieci giorni Iglesias e Montero hanno ricevuto infatti moltissime critiche dai militanti del partito, soprattutto da quelli della Comunità autonoma dell’Andalusia: i critici hanno sostenuto che non fosse appropriato per due leader di un partito di sinistra acquistare una casa di un valore così alto, e hanno citato anche il rigido codice etico di Podemos. Carlos Caluso, portavoce di Podemos nel Parlamento di Navarra, ha detto che l’acquisto della casa «denota una certa mentalità piccolo borghese che non è compatibile con i principi fondanti» del partito. Pablo Pérez Ganfornina, responsabile della comunicazione di Podemos Andalusia, dove è molto forte la corrente degli “anticapitalisti”, ha sostenuto che la decisione di Iglesias e Montero potrebbe danneggiare la credibilità del partito, intaccando la sua popolare retorica anti-casta.
I critici hanno ripescato anche un tweet di Iglesias del 2012, nel quale il leader di Podemos accusava l’allora ministro dell’Economia, Luis de Guindos (del Partito popolare, principale partito di destra in Spagna), di avere speso 600mila euro per comprare un «attico di lusso» in provincia di Madrid: «Affidereste la politica economica del paese a chi spende 600mila euro per un attico di lusso?», si chiedeva retoricamente Iglesias, che poi aggiungeva: «dare la politica economica a un milionario è come affidare a un piromane il ministero dell’Ambiente».
¿Entregarías la política económica del país a quien se gasta 600.000€ en un ático de lujo? http://t.co/4EhKia0d vía @el_plural
— Pablo Iglesias 🔻{R} (@PabloIglesias) August 20, 2012
Iglesias, che è il leader e la persona più conosciuta di Podemos, ha annunciato così l’intenzione sua e di Montero di sottoporre la decisione di acquistare la casa a un referendum interno: «Non pensavo che tutto questo generasse un dibattito e una notizia di tali dimensioni. Però credo che, quando si mette in discussione la credibilità di un leader politico, non ci si possa nascondere e serva metterci la faccia», ha detto. Se gli iscritti valuteranno l’acquisto della casa inappropriato, troppo di destra, Iglesias e Montero non rinunceranno alla casa, che è stata già comprata, ma si dimetteranno dai rispettivi incarichi e da deputati.
Alcuni politici di Podemos hanno criticato la decisione di ricorrere a un referendum per un tema che qualificano come parte della vita privata dei due leader, e che rischia di allontanare il dibattito da questioni considerate più serie, come la precarietà del lavoro e la disoccupazione. È di questa idea anche Ada Colau, sindaca di Barcellona e vicina a Podemos, che ha detto di avere trovato «un po’ eccessivo e fuori misura» che Iglesias e Montero abbiano deciso di far decidere agli iscritti se debbano dimettersi o meno per una faccenda come questa. Colau ha sostenuto che la discussione si è accesa così tanto che «sembra che stiamo parlando di rubare», e ha aggiunto che «dal punto di vista personale ti può piacere o meno [la decisione di acquistare la casa], ma fa parte della loro vita privata».
Le critiche interne a Iglesias e Montero sono diminuite negli ultimi giorni dopo l’intervento dei militanti del partito di estrema destra Vox, che hanno messo uno striscione fuori dalla casa dei due leader di Podemos che dice: «Welcome Refugees & Ocupas». Lo striscione è stato visto come un’interferenza aggressiva nella vita privata di Iglesias e Montero, criticata duramente anche da coloro che avevano espresso posizioni contrarie all’acquisto della casa, come la sezione andalusa del partito. Per i risultati del referendum si dovrà aspettare fino a lunedì prossimo.