La versione finale del “contratto” M5S-Lega
Il testo integrale del programma di governo, che è stato approvato a larghissima maggioranza dagli iscritti alla piattaforma online del M5S
La versione finale del “contratto” di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, il documento che dovrebbe costituire la linea guida del futuro governo italiano e con il quale i due partiti hanno definito i progetti della loro alleanza, è stato approvato a grandissima maggioranza dagli iscritti alla piattaforma online del M5S Rousseau. Venerdì sera il capo politico del M5S Luigi Di Maio ha annunciato che oltre il 94 per cento dei 44.796 votanti ha approvato il contratto.
Il programma era stato diffuso venerdì mattina, dopo giorni di intense trattative tra Di Maio e il segretario della Lega Matteo Salvini, insieme ai rispettivi staff. La votazione su Rousseau era cominciata senza preavviso, e anzi era stata aperta prima ancora che venisse annunciata. Il M5S ha detto che il programma sarà spiegato agli elettori più estesamente nel weekend. Anche la Lega dovrebbe consultare i suoi militanti, con dei gazebo allestiti nel weekend in tutta Italia. Qualora anche gli elettori della Lega dovessero approvarlo – ma nessuno crede possa avvenire il contrario – a Salvini e Di Maio non resterebbe che risolvere un altro problema importante: trovare un accordo su chi indicare al presidente della Repubblica come possibili membri del nuovo governo, a cominciare dal presidente del Consiglio.
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La parte economica del programma è stimata in un costo complessiva che va dai 65 ai 125 miliardi di euro l’anno (qui abbiamo spiegato i costi voce per voce). Non viene invece indicato chiaramente da dovere saranno presi i soldi necessari a finanziarlo. Le principali misure sono:
• L’introduzione di un sussidio di disoccupazione (impropriamente chiamato “reddito di cittadinanza”) per coloro che si trovano in condizioni di povertà relativa e che ammonta a circa 780 euro al mese a persona, per un costo totale di 17 miliardi di euro l’anno. Alcuni dettagli dovranno essere discussi dai due leader;
• Un taglio delle tasse sul reddito di lavoro (impropriamente chiamata “flat tax”) che prevede l’introduzione di due aliquote IRPEF al 15 e al 20 per cento e un’aliquota fissa al 15 per cento per le società;
• Riforma delle pensioni con l’introduzione della quota cento: sarà possibile andare in pensione quando la somma di anni di età e anni di contribuzioni farà cento;
Nel programma sono state considerevolmente ammorbidite alcune delle parti che nei giorni scorsi erano state ritenute particolarmente controverse:
• Non si parla più di uscita dall’euro e la richiesta di cambiare i trattati fondamentali dell’Unione Europea è stata smussata. Nel programma si dice che il governo punterà alla “riduzione del debito” e perseguirà una politica “moderata” per quanto riguarda il deficit. Non c’è più alcun riferimento alla moneta unica o a meccanismi che prevedano di poterne uscire;
• La parte relativa al “comitato di conciliazione”, un organo che avrebbe dovuto mediare sulle eventuali dispute di governo tra i due partner dell’alleanza, è stata ridotta. Non si parla più né di poteri né di composizione del “comitato”, ma solo del fatto che sarà il luogo dove discutere e risolvere eventuali divisioni. Il suo funzionamento viene demandato a un futuro accordo tra le parti;
• Rimane invece l’introduzione del “vincolo di mandato”, modificando la Costituzione che lo proibisce esplicitamente. Si parla di adottare norme simili a quelle in vigore in Portogallo, dove la Costituzione stabilisce che il parlamentare decade se si iscrive a un partito diverso da quello con il quale è stato eletto (il Movimento, però, ha sempre detto in passato di voler tradurre questa norma stabilendo la decadenza non per chi cambia partito, ma per chi cambia “gruppo parlamentare”);
• Nel programma viene anche accennata una riforma della Costituzione più ampia dell’introduzione del vincolo di mandato e che includa una riduzione del numero di parlamentari e un potenziamento dei referendum e dei disegni di legge di iniziativa popolare, oltre all’abolizione del CNEL;
• Sui trattati commerciali internazionali, Lega e Movimento 5 Stelle promettono di occuparsi solo di quegli aspetti che a loro giudizio sono in contrasto con gli interessi italiani (in passato entrambi i partiti hanno avuto posizioni di totale chiusura);
Su giustizia e immigrazione entrambi i partiti hanno ottenuto di inserire nel programma i temi che gli sono più cari:
• Si parla dell’aumento delle espulsioni degli immigrati irregolari e della creazione di centri di detenzione in ogni regione con una capienza in grado di contenere tutti gli immigrati irregolari che venissero identificati. Lo stesso programma spiega che ci sono circa 500 mila irregolari sul territorio italiano. Si parla anche della chiusura di tutti i campi rom e di imporre con maggior forza l’obbligo di frequenza scolastica;
• Si parla di un’estensione del principio di legittima difesa con l’eliminazione del concetto di proporzionalità tra difesa e offesa, ma non è chiaro come nel dettaglio questa estensione sarà realizzata;
• Il programma propone di aumentare le pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione e di approvare divieti di lavorare o fare affari con la pubblica amministrazione in caso di condanna definitiva per questo tipo di reati, oltre all’introduzione di figure come l’agente provocatore e l’agente sotto copertura per combattere la corruzione. Si parla genericamente anche di potenziare l’uso delle intercettazioni;
• Viene promesso un forte impegno contro il gioco d’azzardo, come ad esempio il divieto assoluto di farne pubblicità e una serie di altre norme per limitare la diffusione di slot machine.