C’è un promettente trattamento contro l’emicrania
Negli Stati Uniti è stato approvato il primo farmaco specifico, che potenzialmente può migliorare la qualità della vita di decine di milioni di persone
Un nuovo farmaco potrebbe migliorare di molto la vita delle persone che soffrono di emicrania, grazie a un approccio nuovo al trattamento della malattia che si sta dimostrando molto più efficace delle terapie finora disponibili. Il farmaco è il primo sviluppato specificamente per l’emicrania: quelli usati finora erano pensati per altre patologie, per esempio la pressione alta. Si chiama Aimovig ed è stato approvato giovedì dalla Food and Drug Administration, l’agenzia che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici negli Stati Uniti.
L’emicrania è una malattia neurovascolare, che coinvolge cioè le terminazioni nervose e i vasi sanguigni. I sintomi sono principalmente forti o fortissimi mal di testa, che durano diverse ore e che si verificano normalmente con alta frequenza, nell’ordine delle 15-20 volte al mese: non si parla insomma dei normali mal di testa che capitano occasionalmente a molti, e possono essere ignorati assumendo un blando antidolorifico. Tipicamente, i dolori dovuti all’emicrania interessano metà della testa, e comportano vari altri sintomi come nausea, vomito e fastidio per i rumori e la luce. Si stima che ne soffrano circa una persona su sette nel mondo, in forme più o meno intense: 37 milioni negli Stati Uniti, il 20 per cento delle donne e il 10 per cento degli uomini. In Italia, secondo uno studio del 2009 pubblicato sulla rivista scientifica Cephalagia, ne soffrono 6 milioni di persone.
In molti casi, però, la malattia non viene diagnosticata correttamente, e chi ne soffre pensa di avere semplici mal di testa. L’emicrania cronica, la forma più grave e intensa, interessa circa il 2 per cento della popolazione mondiale. Nei casi più gravi, condiziona la vita di chi ne soffre al punto da essere considerata una forma di disabilità, nonostante sia una malattia poco considerata. Tutt’ora non ne conosciamo perfettamente le cause e il funzionamento.
Finora i trattamenti consistono in semplici cure antidolorifiche o contro la nausea, mentre per ridurre gli attacchi di mal di testa si usano medicine per altre patologie, come il metroprololo per la pressione alta o l’acido valproico per l’epilessia. Sono efficaci solo in parte e possono comportare seri effetti collaterali, come amnesie, aumento di peso e disfunzione erettile. Anche per questo, secondo il New York Times, l’85 per cento di chi si sottopone a un trattamento per l’emicrania lo interrompe entro un anno.
Il nuovo farmaco è stato sviluppato dalla casa farmaceutica Novartis e dalla società di biotecnologie Amgen, e consiste in un’iniezione mensile: negli Stati Uniti il trattamento avrà un costo di 6.900 dollari all’anno, che gli esperti giudicano appropriato visto il miglioramento della qualità della vita che promette. Aimovig non eliminerà del tutto i mal di testa di chi soffre di emicrania, ma dovrebbe ridurli almeno del 50 per cento. L’Aimovig si basa su una scoperta fatta negli anni Ottanta: l’emicrania è legata alla produzione di CGRP, una proteina (più propriamente un peptide) che ha un effetto vasodilatatore ed è coinvolta nella trasmissione del dolore. Gli scienziati hanno scoperto che chi soffre di emicrania produce troppo CGRP, e si è capito che bloccarne in parte la produzione poteva alleviare le emicranie. Varie case farmaceutiche avevano provato a sviluppare farmaci di questo tipo, ma avevano ottenuto inizialmente solo molecole che sì bloccavano la produzione di CGRP, ma erano anche dannose per il corpo umano. Aimovig funziona invece impedendo al CGRP di agire sulle superfici delle cellule ricettrici, e lo fa attraverso dei particolari anticorpi, che hanno anche il vantaggio di durare a lungo, richiedendo una sola iniezione mensile.
Le case farmaceutiche Lilly, Teva e Alder sono nelle fasi finali dello sviluppo di farmaci simili all’Aimovig. Nei test, finora, chi ha preso la medicina non ha sviluppato più effetti collaterali di chi ha preso il farmaco placebo. Rimangono però ancora da valutare gli eventuali effetti collaterali sul lungo termine. Il New York Times ha intervistato Robin Overlock, una paziente che soffriva di emicrania e che aveva attacchi di mal di testa per oltre 25 giorni al mese, e che in alcuni casi duravano più giorni. Overlock ha partecipato alle sperimentazioni del farmaco di Teva, e ha detto di aver fatto l’ultima iniezione a gennaio: da allora dice di avere avuto due lievi attacchi di emicrania, di cui uno di poche ore, e per i quali non ha dovuto ricorrere ad antidolorifici.