E quindi perché qualcuno sente “Yanny” e qualcun altro “Laurel”?

Ci sono diverse spiegazioni per la registrazione che sta confondendo internet, e c'è chi sente entrambe le parole

Da un paio di giorni sui social network è arrivato un nuovo caso da “colore del vestito” (ve lo ricordate?): una registrazione audio fatta di una sola parola, ripetuta, che alcuni riconoscono come “Yanny” e altri come “Laurel”. L’ha condivisa uno studente americano su Reddit, ed è poi diventata virale quando l’ha pubblicata in una Storia di Instagram e su Twitter la youtuber Cloe Feldman. Da lì, internet si è divisa in due agguerrite fazioni, con l’aggiunta di una terza più disorientata: chi ci sente distintamente “Yanny”, chi ci sente “Laurel” e chi le sente tutte e due, a turno.

In breve tempo sono arrivate molte spiegazioni su come mai persone diverse sentano cose diverse. Brad Story, docente universitario della University of Arizona specializzato in linguaggio e nelle scienze legate all’udito, ha spiegatoVox che dipende tutto da quali frequenze percepisce il nostro orecchio. La registrazione, infatti, è di scarsa qualità, e tende a confondere l’orecchio dell’ascoltatore: c’è chi percepisce le frequenze più basse, sentendo distintamente “Laurel”, e chi quelle più alte, sentendo “Yanny”. Se la registrazione fosse di buona qualità, e se fosse ascoltata con un buon dispositivo di riproduzione, non ci sarebbe la stessa ambiguità.

Lars Riecke, che insegna neuroscienza cognitiva all’Università di Maastricht, ha spiegatoThe Verge che invecchiando si tende a perdere la capacità di sentire le frequenze più alte, e quindi si hanno più probabilità di sentire Laurel. Ma c’entra anche quello che ci aspettiamo di sentire, e come il nostro cervello riempie di informazioni basate sulla nostra esperienza uditiva quei “buchi” della registrazione, le sue parti poco chiare. Capire una parola o l’altra, poi, può dipendere anche dalle cose della registrazione su cui ci concentriamo durante l’ascolto: e quindi può capitare di sentire entrambe le versioni, a turno.

Secondo Benjamin Munson, docente di linguaggio e scienze uditive della University of Minnesota, è più probabile che chi sente “Yanny” stia usando delle buone cuffie o abbia un buon udito, mentre chi ascolta da dispositivi più dozzinali o ha un udito meno buono sente più probabilmente le frequenze più basse. Ma è anche più complicata di così, ha spiegato Munson: la registrazione, infatti, non riproduce fedelmente il modo di parlare delle persone. I fonemi sono diversi da quelli che siamo abituati ad ascoltare, ha rivelato un’analisi spettrografica delle frequenze della registrazione, e questo fa sì che le persone ci sentano consonanti e vocali diverse. La “L” finale sentita da quelli della squadra “Laurel”, per esempio, assomiglia molto alla vocale finale di quelli della squadra “Yanny”. Foneticamente, in pratica, è una via di mezzo tra “Yanny” e “Laurel”.

Come ha fatto notare qualcuno su Twitter, cambiando la frequenza della registrazione  con quello che nella musica si chiama pitch-shift si possono sentire suoni diversi: abbassando le frequenze, è più probabile che sentiate “Yanny”, anche se prima sentivate “Laurel”, e viceversa. Il New York Times ha anche messo insieme uno strumento per isolare le differenti frequenze della registrazione, con cui probabilmente riuscirete a sentire sia “Laurel” che “Yanny”.

Non chiude il dibattito, ma la registrazione originale, per la cronaca, arriva dalla pagina del vocabulary.com di “Laurel”.