Planned Parenthood ha fatto ricorso contro l’entrata in vigore di una legge molto restrittiva sull’aborto approvata in Iowa
Planned Parenthood, un’organizzazione di cliniche non profit USA che fornisce molti servizi sanitari alle donne, tra cui le interruzioni di gravidanza, e l’American Civil Liberties Union dell’Iowa, organizzazione per la difesa dei diritti civili, hanno annunciato di aver fatto ricorso contro l’entrata in vigore di una legge molto restrittiva sull’aborto approvata in Iowa all’inizio di maggio. Il ricorso è stato presentato ieri, lunedì 14 maggio, al tribunale distrettuale di Polk County.
La legge, firmata dalla governatrice dell’Iowa, la repubblicana Kim Reynolds, stabilisce che è vietato interrompere la gravidanza dopo le sei settimane, cioè non appena viene rilevato il battito cardiaco del feto. Entrerà in vigore il prossimo primo luglio.
Una delle responsabili di Planned Parenthood, durante una conferenza stampa, ha detto che la sua organizzazione «sta sfidando questa legge perché la Costituzione dell’Iowa è chiara: una donna ha il diritto di accedere ad un aborto sicuro e legale». Chi si oppone alla legge, dice che è incostituzionale. I suoi sostenitori sperano invece che una causa legale possa portare la questione dell’aborto di nuovo davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti e ribaltare la storica sentenza “Roe contro Wade“, che il 22 gennaio del 1973 rese legale il diritto all’aborto per le donne negli Stati Uniti. Il senatore repubblicano Rick Bertrand, dopo l’approvazione della nuova norma, aveva esplicitamente dichiarato che la legge poteva «essere un mezzo di cambiamento e un’opportunità per capovolgere la Roe v. Wade. Oggi il movimento pro-vita ha vinto, ma la guerra è dietro l’angolo». Planned Parenthood e l’American Civil Liberties Union hanno detto che sperano di evitare questa possibilità sfidando la legge ricorrendo allo Statuto dell’Iowa e non alla Costituzione degli Stati Uniti.