Perché Trump e Kim Jong-un si incontreranno a Singapore
Per diverse caratteristiche della città-stato del sud-est asiatico, che ha buoni rapporti con Stati Uniti e Corea del Nord ed è un posto molto sicuro
Il 12 giugno il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un si incontreranno a Singapore. La città-stato asiatica è stata definitita la «scelta ovvia» per ospitare questo incontro storico – nessun presidente statunitense in carica ha mai incontrato, o anche solo parlato al telefono, un leader nordcoreano – per i suoi buoni rapporti sia con gli Stati Uniti che con la Corea del Nord, per la sua posizione geografica e per alcune sue caratteristiche che la rendono un posto molto sicuro.
Singapore è una città-stato al capo estremo della penisola malese, composta da circa 60 isole che si trovano tra Malesia e Indonesia. Ha 5,6 milioni di abitanti ed è il principale centro finanziario del sud-est asiatico. Fin dalla sua indipendenza nel 1965 il paese è guidato dallo stesso partito, il Partito Popolare d’Azione, che governa in modo autoritario: oltre a forme di limitazione della libertà di stampa, a Singapore ci sono regole rigidissime riguardo a tutti gli aspetti della vita quotidiana e pene molto severe per chi le infrange. Ad esempio, votare alle elezioni è obbligatorio e per reati come gettare mozziconi di sigarette dal proprio balcone si può essere condannati a pagare multe da migliaia di euro.
C’è anche una legge che proibisce le manifestazioni non autorizzate, che comunque anche quando ottengono il via libera possono avvenire solo nel parco Hong Lim, che ha un’estensione minore di quella di piazza Navona a Roma. Sia per questa legge, sia per l’alto grado di sicurezza (mantenuta facendo un largo uso degli arresti preventivi e di intercettazioni senza mandati), negli anni Singapore è stata sede di molti importanti incontri internazionali. Ad esempio, quello tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente di Taiwan Ma Ying-jeou nel 2015, il primo tra i capi di stato dei due paesi dal 1949.
Singapore si presta per questo genere di incontri anche per la sua neutralità e la sua capacità di mantenere buone relazioni con paesi molto diversi tra loro. I buoni rapporti con gli Stati Uniti dipendono in gran parte dagli stretti legami economici e finanziari tra i due paesi: gli Stati Uniti sono il primo investitore straniero a Singapore (228 miliardi di dollari soltanto nel 2016), che a sua volta è il secondo maggiore investitore asiatico negli Stati Uniti. Più di quattromila società americane lavorano a Singapore, che ospita le sedi del sud-est asiatico di Airbnb, Google e Facebook, tra le altre. Più di 30mila cittadini americani vivono a Singapore. Inoltre, dal 1990, le navi da guerra americane possono stare ormeggiate alla base navale di Singapore e gli aerei da guerra possono atterrare sul suo territorio, nonostante i due paesi non siano formalmente alleati militari.
Per quanto riguarda la Corea del Nord, Singapore è uno dei paesi che ospita una delle sue 47 ambasciate. I due paesi hanno relazioni diplomatiche dal 1975 e fino al 2016 i cittadini nordcoreani potevano entrare a Singapore senza visto. Nel 2017 Singapore si è adeguata alle sanzioni imposte alla Corea del Nord su pressione degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, ma ha comunque mantenuto rapporti tra il neutrale e l’amichevole con i nordcoreani.
Se l’incontro tra Trump e Kim Jong-un fosse stato organizzato nella zona demilitarizzata tra Corea del Nord e Corea del Sud – dove Kim ha incontrato il presidente sudcoreano Moon Jae-in lo scorso 27 aprile – gli Stati Uniti si sarebbero mostrati troppo accondiscendenti nei confronti della Corea del Nord. Per questo i consiglieri di Trump gli hanno suggerito di scegliere un altro punto di incontro. Per la ragione opposta sono state escluse località europee: per raggiungerle l’aereo di Kim avrebbe dovuto fare scalo da qualche parte per rifornirsi di carburante, quindi avrebbe fatto un viaggio più scomodo. Singapore dista meno di cinquemila chilometri da Pyongyang ed è per questo un punto di incontro gradito anche al dittatore nordcoreano.