60 anni fa uscì quel film che non abbiamo voluto chiamare “Vertigo”
Era il titolo di uno dei film più famosi di Alfred Hitchcock – per noi è "La donna che visse due volte" – e che per dieci anni fu introvabile
Il 9 maggio 1958, sessant’anni fa, al Stage Door Theater di San Francisco venne proiettato per la prima volta Vertigo, uno dei più famosi film di Alfred Hitchcock, che in Italia venne tradotto come La donna che visse due volte. Oggi lo consideriamo uno dei migliori film della storia del cinema, tanto che nel 2012 riuscì a scalzare il solitamente inamovibile Quarto potere dalla classifica dei migliori film di sempre per l’autorevole rivista britannica Sight & Sound. All’epoca, però, Vertigo fu un mezzo fiasco: incassò giusto il necessario per ripagare le spese, ricevette critiche perlopiù tiepide e per molti anni fu snobbato.
Nel 1958 Hitchcock era già uno dei registi più famosi del mondo, anche se i suoi erano considerati più che altro film di intrattenimento, senza grandi meriti artistici. Aveva già diretto tra gli altri Rebecca, Io ti salverò, Notorius, Nodo alla gola, Il delitto perfetto, La finestra sul cortile e Caccia al ladro, ancora oggi ricordati come alcuni tra i suoi film più celebri. Doveva ancora fare Psyco, Intrigo internazionale e Gli uccelli, ma era già uno dei più richiesti registi di Hollywood, di quelli che potevano avere gli attori che volevano. Per Vertigo scelse come protagonista James Stewart, con il quale aveva già lavorato e che era uno dei più famosi attori in circolazione. Aveva quasi 50 anni quando il film uscì, e inizialmente Hitchcock attribuì proprio alla sua età avanzata l’insuccesso del film: soprattutto visto che la protagonista femminile, Kim Novak, ne aveva appena compiuti 25.
Hitchcock anche per questo voleva Vera Miles, che poi scelse per il ruolo della sorella della protagonista in Psyco. Miles però subì un’operazione alla cistifellea poco prima delle riprese e quando tornò disponibile rimase incinta, e fu per questo scartata. In una famosa intervista a Oriana Fallaci, Hitchcock disse che «ebbe il cattivo gusto di mettersi incinta. Odio le donne incinte. Perché poi fanno i bambini». Hitchcock era notoriamente un regista molto difficile con cui avere a che fare, e soprattutto negli ultimi anni sono emersi lati più oscuri della sua carriera: in particolare gli abusi e le umiliazioni compiuti su Tippi Hedren, la protagonista di Gli uccelli.
(Da qui in avanti, spoiler)
Vertigo si basa su D’entre les morts, un romanzo del 1954 degli scrittori francesi Thomas Narcejac e Pierre Boileau, che aveva attirato l’attenzione di Hitchcock ancora prima che venisse tradotto in inglese. Il protagonista, Scottie Ferguson, è un poliziotto che soffre di vertigini, e dopo un incidente su un tetto decide di ritirarsi. Riceve però da un ricco amico la richiesta di pedinare Madeleine, sua moglie, che ha sviluppato una specie di ossessione per una sua antenata, a cui assomiglia molto e che morì suicida alla sua stessa età. Scottie accetta, inizia a seguirla e la salva da un tentativo di suicidio. Nel frattempo, ovviamente, se ne innamora, ricambiato.
Per convincerla che le sue ossessioni non sono reali la porta nel luogo di uno dei suoi sogni, l’edificio di una missione religiosa: lei scappa sul campanile, e mentre lui esita nel suo inseguimento per le vertigini si uccide buttandosi nel vuoto. Scottie è disperato e si fa curare in un ospedale. Un anno dopo, uscito, incontra Judy, una commessa in un negozio che assomiglia tantissimo a Madeleine. Inizia a frequentarla e a convincerla a vestirsi come lei, ma si scopre che in realtà è la stessa donna di cui si era innamorato la prima volta. Non era infatti la moglie dell’amico di Scottie, ma la sua amante, che aveva cospirato con lui per il suo uxoricidio. Sulla cima del campanile nel giorno del presunto suicidio di Madeleine, infatti, c’era anche lui, che aveva buttato giù il corpo già morto di sua moglie, vestito come l’amante. In questo modo, aveva sfruttato Scottie come complice.
Scottie lo scopre vedendola indossare un ciondolo appartenuto all’antenata, e decide di riportare la donna alla missione per convincerla a confessare. In cima al campanile c’è la resa dei conti tra i due, che sembrano riconciliarsi quando lei gli dice di amarlo comunque: ma all’improvviso appare una suora a suonare la campana, e Judy si butta di sotto urlando.
Nel libro, in realtà, era lo stesso Scottie a uccidere Judy, di cui peraltro non veniva rivelata la vera identità fino alla fine: Hitchcock scelse inizialmente invece di spiegarla parecchio prima della fine, per concentrarsi sul dilemma interiore della donna. Poi ci ripensò, ma la produzione lo costrinse a mantenere quella scena. I titoli di testa del film furono disegnati da Saul Bass, così come la locandina, che con la sua spirale diventò una delle più celebri della storia del cinema.
Tra le cose per cui è ricordato il film c’è il cosiddetto “effetto Vertigo”, cioè quel movimento di macchina in cui la cinepresa viene fisicamente allontanata dal soggetto, sul quale viene contemporaneamente zoomata. In questo modo il soggetto dell’inquadratura rimane grande uguale, ma cambia la prospettiva. Viene utilizzato per la scena nella tromba delle scale del campanile, e inizialmente si provò a girarla direttamente sul posto. Era però troppo complicato, e quindi venne costruito un modellino e la ripresa venne fatta orizzontalmente.
Quando già negli anni Sessanta cominciò il processo di rivalutazione di Hitchcock, Vertigo iniziò a essere preso in considerazione come uno dei suoi migliori film, anche se quasi mai come il più bello. Nel 1973, poi, Hitchcock ricomprò dalla Universal i diritti di distribuzione sul film, insieme a quelli di altri quattro film: La finestra sul cortile, Nodo alla gola, La congiura degli innocenti e L’uomo che sapeva troppo. Ordinò che tutte le copie in circolazione venissero distrutte e per anni i film rimasero fuori dai cinema e circolarono solo in copie illegali, spesso proiettate sotto falso nome nelle sale più piccole.
Non si sa il perché di questa richiesta di Hitchcock, che morì nel 1980. Sembra comunque che ci fossero dietro considerazioni economiche, anche se questo mistero e la difficoltà di vedere Vertigo contribuirono non poco ad accrescerne il fascino. Nel 1982 Stewart ne chiese una copia per mostrarne un pezzo a una retrospettiva a lui dedicata alla Berlinale, ma gli fu rifiutata. Alla fine, nel 1983, la Universal riuscì a ricomprarne i diritti e a distribuirne una versione restaurata per l’home video. Da lì in poi Vertigo divenne uno di quei film nelle classifiche dei più bei film di sempre, e ancora oggi è considerato da molti il miglior film di Hitchcock.