Israele ha attaccato una base militare in Siria, di nuovo
A sud di Damasco, dove si trovavano uomini e armi iraniane: è l'ennesimo episodio di tensione tra i due paesi
Martedì aerei da guerra israeliani hanno attaccato una base militare a sud di Damasco, in Siria, dove secondo alcune ricostruzioni c’erano missili iraniani che avrebbero potuto essere usati in un attacco imminente contro Israele.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nell’attacco sarebbero stati uccisi almeno nove combattenti fedeli ad Assad: non ci sono conferme che fossero membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane (corpo militare d’élite dell’Iran) o che appartenessero ad altre forze legate all’Iran. L’agenzia di news statale siriana, che ha citato fonti mediche, ha sostenuto invece che sarebbero stati uccisi due civili; ha aggiunto che l’esercito siriano avrebbe intercettato due missili israeliani nell’area di Kiswah, a sud di Damasco. Israele, come è sua abitudine, non ha confermato né negato l’attacco aereo.
Israele, scrive Haaretz, è convinto che l’Iran voglia rispondere militarmente all’attacco del 9 aprile contro la base siriana T-4, a est della città di Homs, nel quale furono uccisi sette militari iraniani e membri delle Guardie rivoluzionarie.
La situazione tra i due stati è diventata ancora più tesa ieri, dopo che sono successe due cose: anzitutto Israele ha sostenuto di avere rilevato delle «attività irregolari iraniane» nelle alture del Golan, regione occupata da Israele ma rivendicata dalla Siria. Inoltre c’è stato l’annuncio del presidente americano Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano firmato dagli Stati Uniti nel 2015. Il governo israeliano aveva fatto pressioni su Trump affinché prendesse questa decisione, visto che considerava l’accordo sia insufficiente che dannoso. Secondo diversi analisti, il ritiro deciso da Trump potrebbe spingere l’Iran a riprendere il suo programma nucleare militare e quindi il processo di costruzione della bomba nucleare.