Lo scrittore Junot Díaz è stato accusato di comportamenti inopportuni da alcune donne

Junot Díaz a New York nel settembre del 2013. 
(AP Photo/Bebeto Matthews)
Junot Díaz a New York nel settembre del 2013. (AP Photo/Bebeto Matthews)

Lo scrittore dominicano Junot Díaz, che ad aprile aveva raccontato per la prima volta di quando venne stuprato a otto anni, è stato accusato di comportamenti inopportuni e aggressivi da tre donne nel mondo dell’editoria, scrive il sito The Cut.

Zinzi Clemmons, autrice del romanzo What We Lose, ha raccontato su Twitter che lui tentò forzatamente di baciarla a un workshop a cui lei l’aveva invitato quando era una studentessa: «Avevo 26 anni e lui cercò il momento giusto per mettermi all’angolo e baciarmi contro la mia volontà. Non sono decisamente l’unica con cui l’ha fatto, e non voglio più restare in silenzio».

https://twitter.com/zinziclemmons/status/992299032562229248

La scrittrice Carmen Maria Machado, finalista del premio letterario National Book Award per Her Body and Other Parties, ha raccontato sempre su Twitter di quanto Díaz la aggredì verbalmente durante un incontro col pubblico, quando lei gli chiese il motivo dei rapporti patologici che avevano i suoi personaggi con le donne. «La cosa che mi colpì di più fu la rapidità con cui scomparvero il suo progressismo e la sua genialità; quanto facilmente scivolò nella violenza e nella misoginia al primo istante in cui cessarono le onde di lode e adorazione».

https://twitter.com/carmenmmachado/status/992318600097624069

Machado conclude dicendo che «Junot Díaz è un misogino ampiamente lodato e amatissimo. I suoi libri sono retrogadi e sessisti. Ha trattato orrendamente le donne in ogni modo possibile. E le storie su #MeToo sono appena cominciate».

https://twitter.com/carmenmmachado/status/992318618032455686

Anche Monica Byrne, autrice di The Girl in the Road, ha accusato Díaz su Facebook di averle urlato contro a una cena di lavoro a cui l’aveva invitato e di averla contraddetta su tutto: «non avevo mai subito una misoginia così violenta in tutta la mia vita».