Lunedì si faranno nuove consultazioni
Sarà il quinto giro, stavolta in una sola giornata, "per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato lunedì i rappresentanti dei partiti politici presenti in Parlamento per un nuovo giro di consultazioni, che si svolgerà stavolta nell’arco di una giornata soltanto. Finora tutti i tentativi di formare una maggioranza in grado di sostenere un governo sono falliti, ed è rimasto in carica il governo Gentiloni, incaricato della gestione degli “affari correnti”. Nel comunicato arrivato alle agenzia di stampa dal Quirinale si legge:
«A distanza di due mesi le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi è tramontata anche la possibilità di una intesa tra il M5S e il PD. Il presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni, in un’unica giornata, quella di lunedì per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo»
Dalle elezioni del 4 marzo, che non hanno prodotto una chiara maggioranza politica, Mattarella ha già tenuto due giri di consultazioni: quello di lunedì sarà quindi il terzo. Altri due giri di consultazioni sono stati fatti dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal presidente della Camera Roberto Fico. Tutti i possibili accordi tentati dalle varie forze politiche sono falliti a causa dei veti incrociati.
L’accordo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle è fallito a causa dell’opposizione del Movimento 5 Stelle, che non vuole che Forza Italia faccia parte dell’alleanza. Quello tra Lega e Movimento 5 Stelle è fallito a causa dell’opposizione della Lega, che non vuole mollare Forza Italia. Quello tra PD e Movimento 5 Stelle non si è concretizzato a causa dell’opposizione della maggioranza del PD, anche se una vera trattativa di fatto non è mai cominciata da entrambe le parti. L’eventualità di un governo tra centrodestra e PD è stata più volte esclusa sia dalla Lega che dallo stesso PD.
Se non si riuscirà a formare una maggioranza in seguito alla rinuncia ai propri veti da parte di una delle principali forze politiche, le uniche soluzioni possibili sarebbero un governo “di garanzia” o di “unità nazionale”, proposto dal presidente della Repubblica e sostenuto da un’alleanza trasversale, ammesso che sia possibile trovarla, oppure il voto anticipato, che probabilmente sarebbe fissato dopo la fine dell’estate, tra settembre e ottobre. Le elezioni anticipate sono state chieste esplicitamente dal capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha invece chiesto per il centrodestra l’incarico di formare il governo (ma è difficile che lo riceva se non mostrerà di riuscire a trovare i voti necessari a ottenere la fiducia). Matteo Renzi, principale leader del PD anche se non ricopre incarichi ufficiali, ha invece proposto la formazione di un governo di larghe intese per modificare la legge elettorale e la Costituzione.