Il Parlamento armeno si è opposto all’elezione a primo ministro di Nikol Pashinyan
Il leader dell'opposizione, quello delle proteste delle ultime settimane, non ha ottenuto l'appoggio del partito di maggioranza
Martedì il Parlamento armeno non ha approvato l’elezione del leader dell’opposizione Nikol Pashinyan a primo ministro, di fatto prolungando la crisi politica iniziata il mese scorso con le dimissioni dell’ex capo del governo Serzh Sargsyan. Pashinyan, che era l’unico candidato a sostituire Sargsyan, non è stato appoggiato dal partito di maggioranza, il Partito Repubblicano (lo stesso di Sargsyan), che nel Parlamento armeno occupa 58 seggi su 105 totali. La decisione è stata criticata da decine di migliaia di persone, che si sono radunate nel centro della capitale Yerevan per protestare contro la linea adottata dal Partito Repubblicano, che prima di rifiutarsi di appoggiare Pashinyan aveva rinunciato a presentare un suo candidato.
In Armenia il primo ministro è eletto dal Parlamento. Dopo la riforma del sistema politico promossa da Sargsyan nel 2015 con un referendum, l’Armenia è diventata una repubblica parlamentare in cui i maggiori poteri sono detenuti dal primo ministro. In precedenza era una repubblica semi-presidenziale, con un limite di due mandati per il presidente: raggiunto questo limite Sargsyan, presidente dal 2008 al 2018, si era fatto eleggere primo ministro dal parlamento, tradendo quanto promesso. Questo aveva provocato grandi proteste di piazza, che avevano ottenuto le dimissioni di Sargsyan.