L’ETA ha annunciato il proprio scioglimento
Il gruppo indipendentista basco è stato uno dei più violenti in Europa del secondo dopoguerra: ha ucciso più di 800 persone, ora ha detto di avere terminato il suo «ciclo storico»
L’ETA, sigla del gruppo terroristico basco Euskadi Ta Askatasuna (Paese basco e libertà), ha annunciato il suo scioglimento tramite una lettera inviata a istituzioni e gruppi sociali ed economici dei Paesi Baschi, una delle comunità autonome in cui è divisa la Spagna. Nella lettera, a cui ha avuto accesso tra gli altri l’agenzia di news Efe, l’ETA ha comunicato la decisione di «dare per terminato il suo ciclo storico e la sua funzione», e ha aggiunto di avere «sciolto completamente tutte le sue strutture e terminato la sua iniziativa politica». L’ETA, uno dei gruppi terroristici più violenti e longevi in Europa nel Secondo dopoguerra, ha concluso così un processo iniziato sette anni fa, nel quale tra le altre cose aveva annunciato la sua rinuncia alla violenza e aveva chiesto scusa alle vittime della sua lotta. L’ETA, comunque, ha detto che anche se il suo ciclo è terminato non si può dire lo stesso del «conflitto con la Spagna», che «non cominciò con l’ETA e non termina con la fine dell’ETA».
La lettera dell’ETA, rivelata oggi da diversi giornali spagnoli ma inviata alcuni giorni fa, sarà seguita nelle prossime ore dall’annuncio formale dello scioglimento del gruppo attraverso un video che verrà trasmesso da un importante media internazionale, forse la britannica BBC. Venerdì prossimo, inoltre, si terrà una Conferenza internazionale a Cambo, una città dei Paesi Baschi francesi, alla quale parteciperanno probabilmente diversi esponenti politici che erano già stati coinvolti nell’annuncio di rinuncia della violenza dell’aprile 2017.
L’ETA è stata un’organizzazione terroristica indipendentista basca, che nei suoi 60 anni di esistenza ha ucciso 850 persone, tra cui politici, magistrati e poliziotti spagnoli (soprattutto della Guardia civile), e ha fatto migliaia di feriti.
Nacque alla fine degli anni Cinquanta, inizialmente come movimento studentesco di resistenza contro la repressione militare del regime del generale Francisco Franco. Presto si concentrò sulla lotta per l’indipendenza della regione chiamata Euskal Herria (Paese dell’Euskera), che include i territori di lingua e cultura basca che si trovano ai due lati dei Pirenei, in Spagna e in Francia. La prima persona uccisa dall’ETA fu un agente della Guardia civile spagnola, José Ángel Pardines Arcay, nel 1968: fu un’azione non pianificata, compiuta durante un normale controllo stradale. Nel dicembre 1973 l’ETA fece uno dei suoi attentati più gravi: uccise l’allora capo del governo spagnolo Luis Carrero Blanco, con una bomba piazzata in via Claudio Coello a Madrid. L’anno successivo uccise 12 persone in una caffetteria della capitale spagnola, in quello che è considerato il primo attentato con molti morti della sua storia. Il suo periodo più violento, però, arrivò dopo, nella seconda metà degli anni Ottanta.
Nel 2003 un tribunale spagnolo dichiarò illegale Batasuna, il comparto politico dell’ETA, e tre anni più tardi l’ETA annunciò una tregua permanente e avviò dei negoziati con il governo spagnolo dell’allora primo ministro socialista José Luis Zapatero. La tregua e i colloqui furono interrotti dopo il dicembre 2006, quando l’esplosione di un’autobomba posizionata al Terminal 4 dell’aeroporto di Madrid uccise due cittadini ecuadoriani. L’ETA annunciò un nuovo cessate il fuoco nel 2011, a cui seguì la rinuncia all’attività armata. Negli anni successivi gli arresti di importanti leader del gruppo, sia in Spagna che in Francia, indebolirono irrimediabilmente l’ETA, che fece gli ultimi passi verso il proprio scioglimento, annunciato con la lettera rivelata oggi.