Le cose da sapere sul 730 precompilato, che ora si può modificare e inviare
Permette di pagare le tasse in maniera più semplice: il modulo di quest'anno contiene più informazioni rispetto all'anno scorso
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate si può accedere al nuovo 730 precompilato del 2018. Il documento è disponibile dallo scorso 16 aprile, ma da mercoledì 2 maggio si può anche modificare e inviare.
Cos’è, innanzitutto
Si tratta di un particolare tipo di 730 che permette a lavoratori dipendenti e pensionati di pagare le tasse in maniera più semplice grazie a un modello che è, per l’appunto, già compilato in ogni sua parte. Il modello 730 “tradizionale” – che continua a esistere insieme a quello precompilato – esiste in Italia dal 1993 e quindi è stato usato per le dichiarazioni dei redditi dal 1992 in poi. Il 730 è pensato esclusivamente per lavoratori dipendenti e pensionati; le “persone fisiche” (per esempio i lavoratori autonomi) continueranno invece a usare il modello Redditi Persone Fisiche (Uni.Co). Anche Uni.Co ha il suo modello precompilato, che si può inviare da giovedì 10 maggio. Qui trovate tutte le date e scadenze.
Le novità di quest’anno
Il nuovo modello 730 contiene nuovi dati, oltre a tutti quelli già considerati negli anni scorsi: saranno inserite le spese e i rimborsi per la frequenza degli asili nido, «i contributi detraibili versati alle società di mutuo soccorso e – se comunicate, in quanto l’invio è facoltativo – le erogazioni liberali effettuate alle Onlus». Un’altra novità di quest’anno è la “compilazione assistita“: nell’eventualità in cui si siano inseriti «nuovi documenti di spesa non presenti» oppure si siano modificati «i dati degli oneri comunicati dai soggetti terzi», le aggiunte e le rettifiche verranno inserite in automatico nel quadro E della dichiarazione (quello che riguarda detrazioni d’
Chi può usare il 730 precompilato?
Possono utilizzarlo lavoratori dipendenti, pensionati, chi riceve un’indennità sostitutiva da lavoro dipendente (per esempio la cassa integrazione); lavoratori con contratto a tempo determinato, se il rapporto di lavoro dura per un periodo inferiore all’anno; lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa; una serie di categorie particolari, come parlamentari, cariche elettive, sacerdoti della Chiesa cattolica, alcuni soci di cooperative di produzione e lavoro. I lavoratori autonomi e quelli che hanno redditi d’impresa devono invece presentare il modello Redditi (Uni.Co).
Dove lo trovo?
C’è un’area nel sito dell’Agenzia delle Entrate dalla quale è possibile scaricare il modulo. Si potrà accedere alla dichiarazione:
– Tramite SPID, a questa pagina. Lo SPID, che si può richiedere qui, permette di accedere a tutti i servizi online della pubblica amministrazione con un’unica identità digitale.
– Come utente Fisconline con le credenziali dell’Agenzia delle Entrate, a questa pagina. Qui bisognerà inserire il proprio codice fiscale, il proprio PIN e la propria password, che si possono richiedere nella sezione Fisconline.
– Come utente NoiPa, per i dipendenti della pubblica amministrazione. Per accedere al portale bisogna inserire codice fiscale e password.
– Come utente INPS alla pagina degli iscritti ai servizi online. Per accedere bisogna inserire codice fiscale e PIN.
– Come tutore o genitore e come erede.
Come funziona?
Il 730 precompilato contiene, in teoria, tutte le informazioni sul reddito, le imposte e le spese detraibili di ogni cittadino che ha diritto ad utilizzarlo. L’Agenzia delle Entrate raccoglie queste informazioni basandosi sulle dichiarazioni degli anni precedenti e sui dati che riceve da terze parti (come banche e assicurazioni e dal sistema sanitario nazionale). Le informazioni principali sui dati sul reddito percepito arrivano dai “sostituti d’imposta”, cioè i datori di lavoro o gli enti previdenziali.
Nel migliore di casi basterà quindi accedere con PIN e password al sito dell’Agenzia delle Entrate, controllare che tutto sia corretto e dare la propria conferma, accettando così com’è il 730 precompilato e dovendo solo inserire i dati del sostituto d’imposta e effettuare la scelta della destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille. Se alcuni dati risultassero scorretti o mancanti, il 730 potrà essere modificato, da soli o con l’aiuto di un commercialista o di un centro di assistenza fiscale (CAF).