Netanyahu dice che l’Iran ha mentito per anni sul proprio programma nucleare
E ha mostrato documenti segreti sottratti dalle spie israeliane a Teheran, ma non ha portato prove di violazioni dell'accordo del 2015
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l’Iran di avere mentito per anni sul proprio programma nucleare. Lunedì Netanyahu ha presentato alcuni documenti provenienti da un magazzino segreto di Teheran, la capitale dell’Iran, recuperati durante un raid compiuto da spie israeliane lo scorso gennaio: nei documenti ci sarebbe la prova che il governo iraniano avrebbe ingannato ripetutamente la comunità internazionale sostenendo che il suo programma nucleare avesse scopi esclusivamente pacifici. Netanyahu, comunque, non ha portato alcuna prova che dimostri che l’Iran abbia violato l’accordo internazionale firmato nel 2015 dall’Iran e dai paesi del cosiddetto “5+1”, cioè i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina) più la Germania.
Le dichiarazioni di Netanyahu sono arrivate in un momento particolarmente importante per lo storico accordo sul nucleare iraniano. Il 12 maggio, infatti, il presidente americano Donald Trump, da sempre molto critico sull’accordo, dovrà decidere se rinnovarlo o ritirarsi. I suoi alleati europei stanno provando da mesi a fare pressioni su Trump, perché considerano che l’accordo, nonostante non sia perfetto, sia la soluzione migliore trovata finora per assicurarsi per lo meno il rallentamento del programma nucleare militare dell’Iran, considerato una minaccia per la sicurezza di molti paesi e per la stabilità del Medio Oriente. Israele, anch’esso alleato degli Stati Uniti, sta facendo però pressioni opposte: Netanyahu si è sempre opposto all’accordo, sostenendo che non fosse sufficiente a limitare le ambizioni iraniane.