La lettera di Luigi Di Maio sui punti comuni con il PD

L'ha scritta al Corriere della Sera, per elencare le cose che secondo lui i due partiti possono fare insieme

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha scritto una lettera al Corriere della Sera in cui spiega quali sono, secondo lui, i punti comuni con il Partito Democratico sui quali dovrebbero concentrarsi le trattative per la formazione di un eventuale governo. Dopo i colloqui di giovedì tra il presidente della Camera Roberto Fico, che ha ricevuto un incarico esplorativo, e la delegazione del PD, le due forze politiche hanno detto che devono decidere se iniziare le trattative. Prima della lettera di Di Maio non c’erano indicazioni su quali fossero i punti concreti sui quali avrebbero trattato: si discuteva soltanto della possibilità di «iniziare il dialogo».

Per giovedì 3 maggio è convocata la direzione nazionale del PD, che dovrà decidere appunto se approvare l’inizio di queste trattative. Ieri il segretario reggente Maurizio Martina aveva detto che comunque la decisione dovrà essere sottoposta agli iscritti al partito. L’ex segretario Matteo Renzi sarà stasera ospite di Che tempo che fa su Rai 3: secondo i retroscena pubblicati oggi dai giornali, dirà che il PD è disposto ad ascoltare il M5S ma escluderà un’alleanza.

Nella sua lettera, Di Maio dice che «se c’è una cosa che possiamo rivendicare con forza è la massima coerenza tra quanto fatto dal giorno dopo il voto e quanto detto in campagna elettorale». Spiega quindi che il M5S aveva detto che se non avesse raggiunto la maggioranza avrebbe proposto un “contratto di governo” a tutte le forze politiche. Poi ha parlato del “contratto di governo” che ha compilato negli scorsi giorni Giacinto della Cananea, professore di diritto all’Università di Roma Tor Vergata, trovando i punti comuni tra i programmi dei due partiti: «oggi vorrei passare in rassegna i principali e lanciare un appello: realizziamoli per il bene superiore degli italiani!».

Eppure fino a poco tempo fa Pd e M5S si dicevano questo

Di Maio dice che vorrebbe rivedere il trattato di Dublino, che regola la gestione dell’immigrazione tra i paesi dell’Unione Europea che l’hanno firmato. Poi cita l’aumento delle «risorse per la cyber security e l’assunzione immediata di 10.000 nuovi agenti nelle forze dell’ordine», e parlando del mercato del lavoro dice:

Lotta alla povertà. I fondi del Rei non sono sufficienti e le politiche attive del lavoro non funzionano. Il reddito di cittadinanza risolverebbe entrambi i problemi, estendendo il beneficio a più famiglie e rendendo effettivo il reinserimento lavorativo grazie alla riforma dei centri per l’impiego. Parliamo anche di pensione di cittadinanza per gli anziani. Non lasciamoli indietro. Sul lavoro si può partire dal salario minimo orario, obiettivo condiviso anche dal Pd, stando al loro programma. Oltre a proteggere il lavoro è urgente crearne di nuovo e di qualità, ad esempio con la banca pubblica di investimento per finanziare a tassi agevolati le piccole e medie imprese italiane. Riteniamo sia necessaria la reintroduzione dell’articolo 18 come «misura ponte», in attesa di una piena realizzazione del reddito di cittadinanza e della riforma dei centri per l’impiego: una flexicurityalla danese che, a regime, consentirà di superare le rigidità dei contratti di lavoro.

Di Maio cita poi i programmi elettorali di M5S sulle tasse, ammettendo che sono diversi ma «il fine è lo stesso, un’intesa si può trovare». Un discorso simile lo fa per la sanità pubblica e per la giustizia: « entrambi vogliamo semplificare e ridurre i tempi dei processi attraverso l’applicazione del rito del lavoro e investendo nella digitalizzazione anche in ambito penale. Facciamolo!».

C’è la lotta alla mafia e alla corruzione: loro prevedono meccanismi di prevenzione per l’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni. Per noi si può realizzare una riforma complessiva dell’ordinamento penitenziario e con la modifica del 416ter. Senza dimenticare l’estensione dell’agente sotto copertura per i reati di corruzione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i condannati in via definitiva e una modifica sostanziale della prescrizione. Un capitolo a parte riguarda la legge sul conflitto di interessi che il Paese aspetta da troppi anni.

Secondo Di Maio, si possono trovare intese anche per quanto riguarda il taglio dei costi della politica e della pubblica amministrazione. Conclude dicendo che «il MoVimento 5 Stelle è nato per fare gli interessi degli italiani, oltre gli steccati ideologici e oltre le vecchie logiche di potere», e ribadisce che l’eventuale contratto che uscirà dalle trattative sarà sottoposto al voto degli iscritti alla piattaforma Russeau.