Macron ha criticato Trump al Congresso
Nel suo lungo discorso, il presidente francese ha detto che isolazionismo e nazionalismo non spengono le paure ma le infiammano
Mercoledì il presidente francese Emmanuel Macron – in visita di stato negli Stati Uniti da inizio settimana – ha tenuto un discorso al Congresso statunitense a camere riunite, nel quale ha criticato l’isolazionismo e il nazionalismo, con molte allusioni alle scelte di politica internazionale del presidente statunitense Donald Trump. Macron ha spiegato che quelle scelte sono una minaccia per il progresso e la prosperità a livello globale, aggiungendo che dovrebbero essere sostituite da politiche più aperte.
Macron è stato accolto dai membri del Congresso con un lungo applauso e una standing ovation, durati circa tre minuti, prima che iniziasse a parlare. Nel suo discorso ha prima di tutto ricordato i legami “indissolubili” tra gli Stati Uniti e la Francia, basati su idee comuni e condivise di democrazia, tolleranza e uguali diritti per tutti. L’inizio dell’intervento è stato interpretato come un segnale di amicizia e riconoscenza nei confronti di Trump, con il quale Macron ha rapporti molto cordiali dimostrati anche durante la sua visita a Washington, ma le successive parole sull’isolazionismo sono suonate come una critica indirizzata in primo luogo a Trump e alle sue scelte politiche.
Secondo Macron, il nazionalismo e il ritirarsi entro i propri confini “possono essere una scelta allettante come rimedio temporaneo alle nostre paure. Ma chiudere le porte al mondo non fermerà l’evoluzione del mondo stesso. Non spegnerà le paure dei nostri cittadini, ma semmai le infiammerà. […] Non consentiremo al crescente nazionalismo estremista di scalfire le nostre speranze per un mondo pieno di speranza e di maggiore prosperità”.
Nel suo discorso, Macron ha riconosciuto agli Stati Uniti di avere plasmato il multilateralismo in politica internazionale per come lo intendiamo oggi, aggiungendo però che ora è necessario sotto nuove forme per trovare un ordine mondiale consono alle esigenze del Ventunesimo secolo. Si è poi rivolto ai paesi dell’Occidente invitandoli a non ignorare i pericoli a livello globale, che se sottovalutati rischiano di rendere inutili le iniziative delle grandi organizzazioni internazionali come la NATO e le Nazioni Unite.
Macron ha poi ribadito che la Francia intende mantenere gli impegni dell’accordo sul nucleare iraniano, tema sul quale si è confrontato a lungo con Trump nei giorni scorsi. Ne ha sottolineato l’importanza, ricordando però che è solo il primo passo verso l’obiettivo finale di impedire che l’Iran si doti di armi atomiche: “Non ora. Non in cinque anni. Non in dieci anni. Né mai”. Trump dovrà decidere entro il prossimo 12 maggio se rinnovare o meno la sottoscrizione dell’accordo da parte degli Stati Uniti: da anni definisce il patto sul nucleare iraniano “orribile” e nei giorni scorsi ha accennato (molto vagamente) alla possibilità di farne uno nuovo più severo nei confronti dell’Iran. Questa eventualità sembra per ora improbabile, considerati i lunghi anni di trattative necessari per stipulare l’attuale accordo, con il coinvolgimento oltre agli Stati Uniti di Regno Unito, Russia, Cina, Francia, Germania e il resto dell’Unione Europea.
Tra le molte citazioni usate da Macron nel suo discorso, quella tratta da una frase molto famosa dell’ex presidente Franklin Delano Roosevelt – “Sono convinto, se c’è qualcosa da temere è la paura stessa” – è stata la più applaudita. Macron ha parlato anche di ambiente, anche in questo caso con velati riferimenti alla scelta di Trump di abbandonare l’accordo di Parigi, il più importante documento degli ultimi anni per contrastare il riscaldamento globale sottoscritto da 200 paesi del mondo. Macron ha detto che con l’inquinamento dei mari, la mancata riduzione dell’anidride carbonica dalle attività umane e la distruzione della biodiversità stiamo uccidendo la Terra: “Diciamocelo chiaramente: non c’è un Pianeta B”.
Al termine del discorso molti membri del Congresso tra i Democratici hanno fatto notare come in più passaggi Macron sia stato critico nei confronti di Trump, in modi inattesi considerata la cordialità con cui si erano intrattenuti nei giorni scorsi durante la visita di Stato. Il discorso ha in effetti lasciato qualche imbarazzo tra i Repubblicani, soprattutto tra i sostenitori più convinti della politica “America First” portata avanti da Trump. Secondo diversi osservatori, nel suo discorso Macron è riuscito a bilanciare critiche e aperture nei confronti di Trump, senza creare imbarazzi diplomatici. Macron ha dimostrato di avere un’idea del mondo molto diversa da Trump, ma al tempo stesso ha fatto sì di non lasciare che questo rovini i rapporti con lui e più in generale gli Stati Uniti, in un momento molto delicato per le scelte di politica internazionale.