Il governo ha approvato il DEF
Perché ce lo abbiamo ancora un governo, ricordate? Lega e M5S dicevano di voler inserire le loro proposte nel documento economico, ma poi se ne sono disinteressati
Questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato il DEF, cioè il documento di programmazione economica e finanziaria in cui il governo anticipa quello che intende fare negli anni successivi e l’andamento che si aspetta dall’economia. Quest’anno l’approvazione del DEF è stata un po’ particolare, poiché il documento è stato approvato da un governo uscente e dimissionario, che non gode della fiducia del nuovo Parlamento e quindi non può esporre nessun progetto di riforma o altri piani a lunga scadenza. Lega e Movimento 5 Stelle avevano rivendicato il diritto di inserire le loro idee all’interno del documento, ma della loro proposta non si è più saputo nulla. Nello stesso Consiglio dei ministri è stato approvato un decreto che proroga di sei mesi il tempo a disposizione dei commissari per vendere Alitalia.
Per queste ragioni il DEF di oggi è abbastanza scarno. Come ha spiegato il presidente del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni: «È un DEF particolare, come si dice in gergo a politiche invariate, che non contiene la parte programmatica delle riforme che spettano al prossimo governo». Significa che, sostanzialmente, contiene soltanto previsioni su come sarà l’economia italiana nei prossimi tre anni se nulla venisse cambiato in fatto di nuove leggi o riforme in grado di aver un impatto economico. La più importante di queste previsioni è quella che riguarda la crescita del PIL, prevista all’1,5 per cento per il 2018, 1,4 per cento nel 2019 e 1,3 per cento nel 2020.
Gli altri dati importanti sono il rilevamento del deficit del 2017, fissato al 2,3 per cento del PIL, più alto dell’1,9 per cento che era stato previsto un anno fa. Padoan ha spiegato che l’aumento è dovuto alle risorse aggiuntive spese per far fronte alle crisi bancarie dello scorso autunno. Infine, secondo la stima contenuta nel DEF, nel 2018 il debito pubblico scenderà dell’1 per cento.
Si era cominciato a parlare del DEF subito dopo le elezioni del 4 marzo, quando divenne chiaro che il voto non era riuscito a produrre una maggioranza politica autonoma. Movimento 5 Stelle e Lega, le forze che hanno ottenuto il risultato migliore, hanno entrambe rivendicato il diritto di inserire le loro proposte all’interno del documento che è stato approvato oggi. Luigi Di Maio, capo del Movimento 5 Stelle, disse che «il DEF sarà la prima occasione per incidere, con le proposte del Movimento 5 Stelle, sulla qualità della vita dei cittadini», aggiungendo: «Sicuramente è una questione importante e noi cercheremo di inserire quelli che sono i nostri obiettivi per il programma». Il segretario della Lega, Matteo Salvini, aveva detto che era compito del suo partito scrivere il DEF: «Ho ben chiaro cosa proporremo noi: sicuramente non il reddito per chi sta a casa. Noi presenteremo una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse».
Stando a quanto riportato da diversi giornali, il governo Gentiloni ha parlato con alcuni rappresentanti di Lega e Movimento 5 Stelle per tenerli informati dello stato del documento. Non risulta che né Lega né Movimento 5 Stelle abbiano fornito particolari contributi. Anche la discussione sul DEF, che subito dopo le elezioni aveva occupato il dibattito pubblico per diversi giorni, è finita in secondo piano. Dopo le dichiarazioni dello scorso marzo né Salvini né Di Maio hanno più commentato la scrittura del DEF o la sua approvazione di oggi.