Cosa ha fatto il Parlamento nel 2018
Pochissimo, racconta il Sole 24 Ore, rilevando anche delle conseguenze economiche
Sul Sole 24 Ore Marco Mobili e Marco Rogari hanno raccontato cos’ha fatto il Parlamento italiano da quando, lo scorso 28 dicembre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto le camere. Nei quasi quattro mesi successivi, due dei quali con la vecchia legislatura e circa uno e mezzo con i deputati e senatori eletti alle elezioni politiche del 4 marzo, il Parlamento ha potuto fare poco o niente, racconta il Sole. Le commissioni parlamentari, che svolgono un ruolo centrale nell’attività legislativa, non sono ancora state formate permanentemente, in attesa di una maggioranza. I poteri di quelle costituite provvisoriamente sono limitate. Questa situazione di stallo ha ripercussioni anche per l’economia, secondo il Sole.
Un solo decreto legge, quello sull’Authority dell’energia, varato negli ultimi sei mesi. Una lunga serie di importanti misure attuative, in primis dell’ultima legge di bilancio ma non solo, ancora al palo: dal provvedimento per la tutela dei risparmiatori danneggiati dai crack bancari e dalla ripartizione del fondo da 60 milioni per alleggerire il peso del super-ticket sanitario (che sarà oggetto oggi di un confronto tecnico tra Stato e Regioni) al decreto legislativo per le misure di adeguamento alle nuove regole Ue sulla privacy passando per la web tax, i giochi e il credito d’imposta del 40% sulle spese 2018 relative al costo aziendale dell’attività di formazione in tecnologie 4.0 (il testo è in rampa di lancio).
Un pacchetto nomine in gran parte congelato. E un quadro programmatico del Def, che si accinge a vedere la luce in forma “dimezzata”, ancora tutto da immaginare. Sono i tratti più evidenti della fotografia di un Paese sostanzialmente fermo da quando, il 28 dicembre, il capo dello Stato ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere sancendo la fine della diciassettesima legislatura.