Salah Abdeslam, uno dei principali sospettati per gli attentati di Parigi del novembre 2015, è stato condannato in Belgio per tentato omicidio
Un tribunale del Belgio ha condannato Salah Abdeslam, uno dei principali sospettati per gli attentati di Parigi del novembre 2015, a 20 anni di carcere per il tentato omicidio di alcuni poliziotti. Il tentato omicidio è avvenuto in un contesto terroristico. Il 15 marzo del 2016 Salah Abdeslam aveva sparato contro quattro agenti a Forest, piccolo comune a sud di Bruxelles, durante una perquisizione avvenuta all’interno dell’inchiesta per gli attacchi di Parigi. Sofiane Ayari, un jihadista tunisino di 24 anni che si trovava con lui al momento della sparatoria, è stato riconosciuto colpevole per le stesse accuse e condannato anche lui a 20 anni.
I due accusati non erano presenti al momento della lettura della sentenza. Salah Abdeslam – che si trova da più di due anni in un carcere francese in attesa del processo per i fatti di Parigi – era stato arrestato pochi giorni dopo la sparatoria per cui è stato condannato oggi, il 18 marzo del 2016 a Molenbeek, un quartiere di Bruxelles.
Il 18 marzo del 2016, sei agenti di polizia si stavano preparando a perquisire un appartamento di Forest, sospettato da tempo di essere un rifugio per terroristi e membri di gruppi radicali. Gli agenti si aspettavano che l’appartamento fosse stato abbandonato tempo prima, anche perché le bollette non venivano pagate da diversi mesi: l’operazione prevedeva inizialmente solo una perquisizione. Ma quando gli agenti erano entrati nell’appartamento, un gruppo di uomini aveva cominciato a sparare con armi automatiche e quattro poliziotti erano rimasti feriti. Le forze speciali erano intervenute poco dopo e uno degli occupanti dell’appartamento era stato ucciso, mentre altri due erano riusciti a scappare dal tetto del palazzo. Nonostante il fallimento del raid, la perquisizione dell’appartamento si era rivelata molto proficua. Gli esperti della polizia avevano trovato su un vetro dell’appartamento le impronte digitali di Abdeslam e una traccia del suo DNA. Gli investigatori si erano così convinti che Abdeslam si trovasse ancora a Bruxelles e avevano intensificato la sorveglianza sui suoi contatti e sulle sua amicizie: tre giorni dopo Abdeslam era stato arrestato.