Ci sono dei dubbi sulla storia della ragazza italo-pakistana uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato
Se ne sta parlando molto, ma la vicenda non è ancora chiara
Sulle prime pagine di molti giornali di oggi – e nei post di alcuni politici – si vede la foto di una ragazza italiana di origini pakistane cresciuta a Brescia, Sana Cheema. I giornali raccontano che Cheema sarebbe stata uccisa in Pakistan dal padre, e forse dal fratello, perché si era rifiutata di accettare un matrimonio combinato. Nella storia di Cheema però ci sono ancora molte cose non confermate. Le prove della morte sarebbero in un video di pochi secondi che mostra il suo funerale. Quelle sull’omicidio da parte del padre arrivano da voci raccolte da alcuni giornalisti, senza alcuna conferma ufficiale.
Cosa sappiamo
Qualcosa sulla storia di Cheema: arrivò in Italia nel 2003 insieme alla famiglia, e da allora ha studiato e vissuto a Brescia, negli ultimi anni nel quartiere di Fiumicello. Il Giornale di Brescia ha scritto che dopo aver lavorato in un’autoscuola, «gestiva un’agenzia di pratiche automobilistiche». Sembra inoltre che Cheema fosse fidanzata con un altro ragazzo italiano di origini pakistane.
Cosa non sappiamo
Diversi giornali hanno scritto che Cheema sia tornata in Pakistan – a Mangowal, nel distretto di Gujrat – e poi sia stata uccisa da suo padre per essersi rifiutata di sposare un ragazzo scelto dalla famiglia. Il padre e un fratello di Cheema sarebbero poi stati arrestati dalle autorità locali. Sull’edizione di oggi di Repubblica, Massimo Pisa ha elencato diverse cose che non tornano su questa ricostruzione.
Pisa ha intervistato un amico del padre di Cheema, che dice di averlo sentito al telefono: avrebbe detto che Cheema è effettivamente morta, «ma di infarto, e che tutto il resto è una bugia». Secondo Pisa, inoltre, «nessuna autorità, italiana o pakistana, nemmeno i siti di informazione di Gujrat, confermano l’omicidio, tanto meno i due fermi». Negli ultimi giorni sta circolando online un brevissimo video di quello che sembra il funerale di Cheema, ma il Giornale di Brescia sostiene che non si riescano a vedere le presunte ferite.
Un amico della ragazza intervistato da Pisa ha lasciato intendere che la ragazza in passato sia stata vittima di violenze domestiche da parte del padre: «non andavano d’accordo, lei vestiva all’occidentale, truccata, pantaloni a vita bassa. Lui la sgridava, lei rispondeva. L’anno scorso era finita al pronto soccorso», ha raccontato. Lo stesso ragazzo dice che il padre ha fatto sapere alla comunità pakistana che la ragazza è morta di infarto, ma che «non ci crede nessuno».
Il presidente della comunità pakistana è più prudente, e spiega: «Anche noi abbiamo notizie contrastanti, addirittura che si sia anche suicidata. Chi di noi ha parlato con le persone di Mangowal, giù al villaggio, ha sentito di un malore. È una tragedia ma sappiamo bene la differenza tra la morte di una giovane ragazza e lo sgozzamento da parte del padre».
Nel pomeriggio di domenica 22 aprile Repubblica ha scritto di aver sentito un amico di Cheema, che ha detto: «Dal Pakistan ci è stato detto che la vicenda è stata chiusa come morte per infarto, e che il padre e il fratello di Sana sono tornati a casa».