Smetteremo di firmare per pagare con la carta di credito?
È diventato un metodo obsoleto per evitare le truffe, e società come Mastercard e Visa si stanno adeguando
Negli Stati Uniti le principali aziende che gestiscono circuiti di credito prenderanno una decisione di cui si parla da tempo: dalla fine di aprile smetteranno di richiedere la firma personale per le transazioni che avvengono con carta di credito. Per ora la decisione avrà conseguenze quasi solo nel territorio statunitense, ma potrebbe spingere le stesse aziende a introdurre la misura anche in quello europeo e italiano (dove esistono già singoli meccanismi di semplificazione). Il Post ha chiesto commenti e informazioni all’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, ed è in attesa di una risposta.
Non tutte le aziende elimineranno la firma con le stesse modalità, ricorda il New York Times. Visa renderà la firma facoltativa in tutto il Nord America. Mastercard eliminerà la firma, ma sempre solo in Canada e negli Stati Uniti. American Express prenderà il provvedimento più drastico: come aveva annunciato a dicembre del 2017, da questo mese non chiederà più la firma per nessuna transazione con la carta di credito in nessuna parte del mondo (quindi nemmeno in Italia).
La ragione è piuttosto semplice: come ha spiegato a The Verge Jaromir Divilek, vicepresidente esecutivo di American Express, «la tecnologia anti-frode è diventata così avanzata che la firma non è più necessaria per evitare truffe». Da più di dieci anni tutte le principali società hanno aggiunto un chip elettronico alle carte che assegna un codice unico a ciascuna transazione. Fino a poco tempo fa queste carte erano diffuse soprattutto in Europa e in Asia, ricorda il New York Times, ma da qualche anno le società di carte di credito avevano iniziato a penalizzare i commercianti che usavano ancora la vecchia tecnologia, la cosiddetta “strisciata”.
L’introduzione del chip ha reso molto complicata la clonazione della carta di credito e la diffusione delle transazioni online ha introdotto metodi considerati più affidabili della semplice firma, per esempio la richiesta di un codice o una password aggiuntiva prima di completare il pagamento. Da tempo, insomma, nessuno bada molto alle firme che vengono fatte sugli scontrini, né i commercianti né i clienti. Qualche anno fa un comico statunitense ha passato la giornata a fare acquisti con la carta di credito firmando a nome di persone famose, come Justin Bieber e Vin Diesel: nessuno gli ha detto niente.
La novità certifica la progressiva perdita di importanza della firma personale, iniziata con la scomparsa di assegni e lettere scritte a mano. In futuro, probabilmente, servirà soltanto a firmare importanti documenti burocratici o acquisti particolarmente costosi o delicati.