William Holden, nato un secolo fa
Sta appena sotto attori come Humphrey Bogart e Cary Grant, e ha recitato in film come "Viale del tramonto", "Sabrina" e "Il mucchio selvaggio"
Nel 1999 l’American Film Institute fece una classifica dei 25 migliori attori del cinema classico. Ai primi posti finirono Humphrey Bogart e Cary Grant e dietro di loro attori come Clark Gable, Spencer Tracy e Henry Fonda. Il 25esimo di quella classifica fu William Holden, che oggi non ha forse la fama di Bogart, Grant, Gable, Tracy o Fonda, ma ha giocato in quel campionato di Hollywood, a quei livelli di fama e bravura. Magari il suo nome è ricordato meno di quello degli altri, ma i suoi grandi film li ha fatti e sono rimasti: Viale del tramonto, Nata ieri, Stalag 17, Sabrina, Il mucchio selvaggio e Quinto potere. Holden nacque cento anni fa – il 17 aprile 1918 – e morì nel 1981.
Holden nacque nell’Illinois, figlio di un chimico industriale e di una insegnante. All’inizio si chiamava William Franklin Beedle Jr. e non è chiaro perché il suo iniziale nome da cinema (Bill Beadle) fu sostituito da William Holden. C’è una versione, citata da Billboard, secondo cui a dargli il cognome d’arte “Holden” fu un talent scout che si era da poco separato dall’attrice Gloria Holden. L’osservatore parlò bene di lui e Holden, che aveva fatto qualcosina a teatro e in radio, nel 1939 girò il suo primo film di un certo livello: Passione – Il ragazzo d’oro, in cui recitò insieme alla già affermata Barbara Stanwyck, interpretando un violinista che finisce per fare il pugile.
Dopo un altro paio di film Holden partì in guerra nell’aeronautica, recitando tra l’altro in alcuni film usati per addestrare i militari prima della loro partenza per la Seconda guerra mondiale. La sua carriera iniziò davvero dopo la guerra, quando nel 1950 recitò in Viale del tramonto di Billy Wilder. È il film in cui Gloria Swanson dice: “Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo”. Lui interpretò uno sceneggiatore assunto dall’attrice “ancora grande” per scrivere una storia giusta per lei, e guadagnò la sua prima nomination all’Oscar.
Holden vinse l’Oscar per l’interpretazione drammatica di Sefton in Stalag 17 – L’inferno, altro film diretto da Wilder. Il suo discorso di ringraziamento dopo l’Oscar fu: «Thank you, thank you».
Holden interpretò un prigioniero anche in Il ponte sul fiume Kwai, del 1957. Ai ruoli drammatici e ai tanti film che avevano qualcosa a che fare con la guerra, riuscì ad alternare parti in commedie o comunque in film più leggeri: per esempio in Nata ieri o in Sabrina. Nel primo film interpretò un giornalista, nel secondo recitò con Humphrey Bogart e Audrey Hepburn; del primo avrebbe poi detto «odio quel bastardo»; con la seconda ebbe una relazione. Wilder disse: «Le persone sul set dissero, tempo dopo, che Bill e Audrey avevano una relazione, e che lo sapevano tutti. No, non tutti. Io non lo sapevo».
Tra gli altri, Holden recitò anche con Bing Crosby, Grace Kelly, Judy Holliday, Ginger Rogers e John Wayne, Paul Newman e Steve McQueen. Il miglior ruolo romantico di Holden fu nel 1955 in L’amore è una cosa meravigliosa, in cui recitò con Jennifer Jones.
La maggior parte dei migliori film di Holden sono degli anni Cinquanta, ma ne ha fatti di notevoli anche nei decenni successivi. Il western Il mucchio selvaggio nel 1969, L’inferno di cristallo nel 1974, Quinto potere nel 1979 e Fedora, il suo quarto film diretto da Wilder, nel 1978.
Parlando del suo lavoro, Holden disse: «Per me recitare non è una cosa che ti consuma, lo è solo quando sto recitando». Dell’Oscar vinto disse invece: «Accetta ogni cosa che ti propongono. Una su quattro sarà buona, una su dieci sarà molto buona e con una su 15 vincerai l’Oscar».
A parte il lavoro e la relazione con Hepburn, si parlò di lui perché fu testimone al matrimonio tra Ronald Reagan e Nancy Davis, ma non fu mai politicamente attivo. Più di ogni altra cosa si parlò però dei suoi problemi con l’alcol, soprattutto dopo che nel 1966, durante una vacanza in Versilia, fece un incidente stradale in cui rimase ucciso un altro autista. Fu accusato di guida in stato di ebbrezza e condannato a otto mesi per omicidio colposo, sospesi con la condizionale. Holden morì a 63 anni, nel 1981: cadde, forse dopo aver bevuto, mentre era solo in casa. Il corpo fu trovato alcuni giorni dopo.
Qualcuno disse e scrisse che il nome di Holden Caulfield – Il giovane Holden di J.D. Salinger – fu scelto in suo onore e in onore dell’attrice Joan Caulfield, perché i due recitarono insieme nel film 60 lettere d’amore. Ma la prima storia con protagonista Holden Caulfield uscì diversi mesi prima del film.