Domenica si vota in Molise
È la più piccola delle regioni a statuto ordinario, ma secondo molti il risultato del voto potrebbe influenzare le trattative per formare un governo
Domenica 22 aprile in Molise ci saranno le elezioni per scegliere il nuovo presidente e consiglio della regione. Il Molise è la più piccola delle regioni italiane a statuto ordinario, appena 300 mila abitanti. Il risultato però sarà seguito con attenzione, perché secondo diversi osservatori potrebbe influenzare questa fase di difficili trattative per la formazione del governo. Alle elezioni politiche in Molise il Movimento 5 Stelle aveva ottenuto il 44 per cento dei voti nella regione e il suo candidato, Andrea Greco, è considerato oggi il favorito. I sondaggi però lo danno vicinissimo al candidato centrodestra, Donato Toma, mentre Carlo Veneziale del centrosinistra è dato a una decina di punti di distanza.
Attualmente il Molise è governato da un presidente del PD, Paolo di Laura Frattura, che ha rinunciato a ricandidarsi per un secondo mandato. La scelta del suo successore è stata abbastanza complicata e tra gli altri nomi è stato proposto anche quello di Antonio Di Pietro, su cui però la segreteria nazionale del PD ha messo un veto (e lui stesso ha detto che non avrebbe accettato). Dopo lunghe trattative il centrosinistra ha deciso di candidare l’assessore allo Sviluppo economico della giunta Frattura, Carlo Veneziale, 49 anni. Le sue possibilità però sembrano poche: alle elezioni politiche l’intero centrosinistra ha preso poco più del 20 per cento dei voti, meno della metà del Movimento 5 Stelle e dieci punti sotto al centrodestra.
Il candidato del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco, 33 anni e definito dai giornali “ex-attore di teatro”, parte quindi in netto vantaggio sui suoi avversari. Il principale ostacolo per lui è che il Movimento ha dimostrato di essere in grado di raccogliere molti più voti alle elezioni politiche che a quelle locali. In Lazio, per esempio, dove si è votato per le elezioni politiche e contemporaneamente per le regionali, la candidata presidente Roberta Lombardi ha raccolto 200 mila voti in meno rispetto ai voti presi lo stesso giorno dal suo partito alle politiche. In Sicilia, alle elezioni politiche, il Movimento ha preso addirittura mezzo milione di voti in più rispetto alle regionali del novembre 2017.
Sembra che anche in Molise possa verificarsi qualcosa del genere, aprendo così la strada a una vittoria del candidato del centrodestra, Donato Toma, 60 anni, presidente dell’ordine dei commercialisti molisano e docente di Diritto tributario all’Università degli studi del Molise. Toma è appoggiato da tutto il centrodestra ma è espressione in particolare di Forza Italia e ha ricevuto il sostegno personale di Silvio Berlusconi, che negli ultimi giorni ha visitato la regione.
Negli ultimi giorni diversi leader politici hanno accennato o comunque lasciato filtrare la loro attenzione per il risultato che potrebbe emergere dalle elezioni in Molise, soprattutto se considerato insieme al risultato che, la settimana successiva, produrranno le elezioni in Friuli-Venezia Giulia. Giornalisti e opinionisti si sono detti spesso d’accordo, al punto che alcuni esagerando hanno definito il Molise “l’Ohio” italiano, cioè la regione il cui risultato è in grado di influenzare la politica nazionale.
Anche senza esagerare, di sicuro i leader politici stanno guardando con molta attenzione a quello che accadrà in Molise. Un grosso calo del Movimento potrebbe essere usato come leva nei confronti di Luigi Di Maio per indurlo a ridurre le sue pretese nella trattativa con il centrodestra per formare un governo. Di Maio sembra sapere perfettamente che il risultato delle elezioni potrebbe essere usato in questo modo e infatti nei giorni scorsi ha detto: «Il voto regionale può avere un valore nazionale quando vanno al voto più regioni, di grandi dimensioni e quando il voto è temporalmente distante da un voto nazionale. Qui non c’è nessuno di questi tre casi. E quindi i risultati elettorali del Friuli-Venezia Giulia, come anche quelli del Molise, non possono avere una concreta influenza sulle vicende nazionali».
D’altro canto, il risultato è interessante anche per le dinamiche interne della coalizione di centrodestra. Alle elezioni politiche Forza Italia ha raccolto in Molise esattamente il doppio dei voti della Lega. Se a poco più di un mese di distanza il partito di Salvini dovesse mostrare un forte recupero, magari addirittura un pareggio, la posizione di Salvini all’interno della coalizione ne uscirebbe rafforzata, soprattutto se finissero nello stesso modo anche le elezioni in Friuli-Venezia Giulia. Con Forza Italia in calo, la pressione dei parlamentari su Silvio Berlusconi per evitare elezioni anticipate diventerebbe ancora più forte, rendendo quindi in qualche misura più facile la formazione del governo.