Cosa pensa il nuovo presidente della Lombardia sul Gay Pride
Il leghista Attilio Fontana ha detto che è divisivo, a differenza del Family Day, visto che «tutti riconoscono il valore della famiglia»
In un’intervista data a Lettera43 e pubblicata l’11 aprile, il nuovo governatore della regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, ha confermato la sua intenzione di non dare il patrocinio della regione ai Gay Pride, le manifestazioni per la difesa dei diritti LGBT previste in diverse città lombarde a giugno. Fontana ha detto:
«Io credo che sia una manifestazione divisiva e quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere. Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato»
Rispondendo a una successiva domanda del giornalista Samuele Cafasso, Fontana ha detto di non credere invece che le manifestazioni per il Family Day siano divisive: «Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà». Le manifestazioni del Family Day furono organizzate in Italia per la prima volta nel 2007 per sostenere la cosiddetta “famiglia tradizionale” e per protestare contro le proposte di legge che prevedevano una qualche forma di riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Di recente sono state organizzate per protestare contro l’approvazione della legge sulle Unioni civili.
Prima di diventare presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana era stato per diversi anni sindaco di Varese. Si era parlato molto di lui lo scorso gennaio, quando aveva detto cose apertamente razziste, come per esempio: «Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società dev’essere cancellata».