Il sistema “tutor” dovrà essere rimosso dalle autostrade italiane
Lo ha deciso la Corte d'appello di Roma, dando ragione a una società fiorentina che aveva fatto causa per plagio di un brevetto
La Corte d’appello di Roma, con una sentenza depositata martedì 10 aprile, ha stabilito che i dispositivi “tutor”, che servono a identificare la violazione dei limiti di velocità misurando la velocità media di un veicolo in un tratto autostradale, dovranno essere rimossi. La Corte ha stabilito che i dispositivi utilizzati dalla società Autostrade per l’Italia sono in realtà frutto di un plagio di un brevetto della società fiorentina Craft, che aveva intentato causa nel 2006. La Corte ha inoltre stabilito che la società dovrà pagare 500 euro di penale per ogni giorno di ritardo.
Autostrade per l’Italia ha fatto sapere che i tutor saranno sostituiti con un nuovo sistema entro tre settimane e che nel frattempo intende fare appello in Cassazione. Intanto gli attuali tutor rimarranno in funzione e la società pagherà la penale prevista.
Il sistema tutor funziona tramite due postazioni. La prima registra il momento esatto del passaggio del veicolo e la sua targa. La seconda – posta di solito a una distanza di qualche chilometro dalla prima – rileva il momento in cui lo stesso veicolo la attraversa e calcola la velocità media che ha impiegato a compiere il percorso tra le due postazioni. Se la velocità è superiore al limite, viene emessa una contravvenzione.
Repubblica Firenze, che ha potuto vedere la sentenza depositata, ha scritto: «La Corte d’appello non ha riconosciuto il diritto della Craft al risarcimento ma la piccola azienda toscana potrà chiedere ad Autostrade di comprare il brevetto». Autostrade per l’Italia ha fatto sapere che non intende acquistare il brevetto Craft, ma che sostituirà l’attuale sistema con un altro dispositivo.