Quelli per cui il Grande Gatsby è un brutto libro
Spiegato da quelli che su Amazon gli hanno dato come voto solo una stellina su cinque
Il 10 aprile del 1925 uscì The Great Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, tradotto in Italia da Cesare Gardini nel 1936 come Gatsby il magnifico e poi nel 1950 da Fernanda Pivano con il titolo con cui lo conoscete, Il grande Gatsby (entrambi per Mondadori). È considerato uno dei capolavori della letteratura americana ma non a tutti piace, come mostrano 100 recensioni da una stellina su cinque che ha ricevuto su Amazon, messe insieme per l’anniversario dal sito letterario Literary Hub.
«Troppo caro per queste quattro pagine»
«È un classico degli anni Venti: era un tempo molto triste»
«Sappiate che questa edizione del libro è stata cambiata rispetto all’originale. Hanno tolto tutte quelle canzoni di Jay-Z e le hanno sostituite con qualcosa chiamato “jazz”. Forse è solo un refuso visto che si scrivono quasi allo stesso modo, ma tant’è. Non capisco perché nessuno se ne sia accorto prima di farlo stampare»
«In questo caso, è meglio il film»
«Non mi piace scrivere brutte recensioni ai libri, non vorrei scoraggiare nessuno dal leggere un libro solo perché ho detto che non mi è piaciuto, ma devo dire cosa penso esattamente di questo libro. A essere sincero, nessun libro mi aveva mai deluso così tanto prima. Ne ho sentito parlare molto bene ma mentre lo leggevo mi chiedevo sempre che problema abbiano tutti quelli che pensano che sia un grande libro. Forse lo pensano perché nel titolo c’è la parola grande. In breve, parla di un tizio che diventa ossessionato da una cosiddetta “ragazza d’oro” e fa di tutto per lei. È un libro sui matrimoni destinati a finire che si risolve, sai che sorpresa, nel tradimento. Non mi sorprende che sia classificato come una tragedia»
«Stupido, insipido, senza ispirazione. La storia, già misera, nel tempo si è confusa con le sofferenze autentiche dell’autore. Se questo è quello che oggi l’America considera e legge come “letteratura”, Dio ci aiuti»