Cosa sappiamo di quello che è successo a Münster
Ma soprattutto cosa non sappiamo: non c'è nessuna prova che collega al terrorismo islamico l'uomo che ha ucciso due persone investendole con un furgone
Sabato alle 15.27 un uomo ha guidato un furgone Volkswagen contro un gruppo di persone sedute fuori da un ristorante nel centro di Münster, una città di 300mila abitanti nel nord ovest della Germania. L’uomo ha ucciso due persone, investendole: sono una donna di 51 anni e un uomo di 65, entrambi tedeschi. Si è poi ucciso sparandosi. Inizialmente le autorità avevano parlato di quattro morti, ma poi si sono corrette abbassando il bilancio. Un’altra ventina di persone è stata ferita: otto sono ancora ricoverate e tre di queste sono in condizioni critiche. La polizia tedesca non ha ancora diffuso informazioni precise sull’identità dell’uomo, anche se ha detto che secondo le indagini aveva 48 anni e viveva a Münster.
Non si sa nemmeno la ragione per cui avrebbe attaccato le persone nel centro della città: per ora non sono stati trovati legami dell’uomo con gruppi estremisti religiosi o politici. Herbert Reul, ministro dell’Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia, il Land in cui si trova Münster, ha detto che l’uomo era un cittadino tedesco e non ci sono prove che avesse idee islamiste. L’8 aprile la polizia ha detto che l’uomo era noto alle forze dell’ordine per via di reati minori.
I giornali tedeschi hanno diffuso alcune informazioni su di lui, ma per ora non sono state confermate. Sia lo Spiegel che la Süddeutsche Zeitung, due tra i più importanti e autorevoli giornali tedeschi, hanno identificato l’uomo come Jens R. e hanno scritto che secondo le loro fonti in passato sarebbe stato valutato psicologicamente instabile. Lo Spiegel dice anche che l’uomo era un designer freelance originario del Sauerland, una zona collinare e poco abitata della Renania Settentrionale-Vestfalia, e aveva già tentato il suicidio. Il quotidiano regionale Westfaelische Nachrichten dice che la polizia ha escluso l’ipotesi che altre persone fossero coinvolte nell’attacco, che era stata presa in considerazione dopo che alcuni testimoni avevano sostenuto di aver visto due persone scendere dal furgone e allontanarsi subito dopo l’attacco.
Nel comunicato diffuso nella notte tra il 7 e l’8 aprile la polizia ha anche detto cosa ha trovato ispezionando il furgone (che a essere precisi è un piccolo pulmino) e l’appartamento dell’uomo che lo guidava: nel primo sono state trovate due armi da fuoco, una delle quali è stata usata dall’uomo per uccidersi, e dei petardi; nell’appartamento, poco lontano dal luogo dell’attacco, sono stati trovati altri petardi e una mitragliatrice modificata e inutilizzabile. L’ispezione del pulmino è stata lenta perché guardando dai finestrini la polizia aveva intravisto dei fili che avrebbero potuto essere collegati a un ordigno esplosivo: non era così.
L’attacco è avvenuto davanti al ristorante Grosser Kiepenkerl, che deve il suo nome alla statua di un mercante che si chiama Kiepenkerl ed è uno dei simboli di Münster. È una zona molto frequentata durante il giorno e piena di bar e ristoranti, soprattutto nei giorni di bel tempo come sabato.